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caratteristica essenziale del vero pastore che è Lui stesso: quella del « dare la
propria vita ». Lo ripete tre volte, e alla fine conclude dicendo: « Per questo il
Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno
me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di
riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre
mio ».13 È questo chiaramente il tratto qualificante del pastore cosı̀ come Gesù
lo interpreta in prima persona, secondo la volontà del Padre che lo ha man-
dato. La figura biblica del re-pastore, che comprende principalmente il com-
pito di reggere il popolo di Dio, di tenerlo unito e guidarlo, tutta questa
funzione regale si realizza pienamente in Gesù Cristo nella dimensione sacri-
ficale, nell'offerta della vita. Si realizza, in una parola, nel mistero della
Croce, cioè nel supremo atto di umiltà e di amore oblativo. Dice l'abate
Teodoro Studita: « Per mezzo della croce noi, pecorelle di Cristo, siamo stati
radunati in un unico ovile e siamo destinati alle eterne dimore ».14
In questa prospettiva orientano le formule del Rito dell'Ordinazione dei
Presbiteri, che stiamo celebrando. Ad esempio, tra le domande che riguarda-
no gli « impegni degli eletti », l'ultima, che ha un carattere culminante e in
qualche modo sintetico, dice cosı̀: « Volete essere sempre più strettamente
uniti a Cristo sommo sacerdote, che come vittima pura si è offerto al Padre
per noi, consacrando voi stessi a Dio insieme con lui per la salvezza di tutti gli
uomini? ». Il sacerdote è infatti colui che viene inserito in un modo singolare
nel mistero del Sacrificio di Cristo, con una unione personale a Lui, per
prolungare la sua missione salvifica. Questa unione, che avviene grazie al
Sacramento dell'Ordine, chiede di diventare « sempre più stretta » per la ge-
nerosa corrispondenza del sacerdote stesso. Per questo, cari Ordinandi, tra
poco voi risponderete a questa domanda dicendo: « Sı̀, con l'aiuto di Dio, lo
voglio ». Successivamente, nei Riti esplicativi, al momento dell'unzione cri-
smale, il celebrante dice: « Il Signore Gesù Cristo, che il Padre ha consacrato
in Spirito Santo e potenza, ti custodisca per la santificazione del suo popolo e
per l'offerta del sacrificio ». E poi, alla consegna del pane e del vino: « Ricevi le
offerte del popolo santo per il sacrificio eucaristico. Renditi conto di ciò che
farai, imita ciò che celebrerai, conforma la tua vita al mistero della croce di
Cristo Signore ». Risalta con forza che, per il sacerdote, celebrare ogni giorno
la Santa Messa non significa svolgere una funzione rituale, ma compiere
una missione che coinvolge interamente e profondamente l'esistenza, in
13 Gv 10, 17-18. 14 Discorso sull'adorazione della croce: PG 99, 699.