ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 turco:

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale448

 Congregatio de Causis Sanctorum 449

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale450

 Congregatio de Causis Sanctorum 451

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale452

 Congregatio de Causis Sanctorum 453

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale454

 Congregatio de Causis Sanctorum 455

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale456

 Diarium Romanae Curiae 457

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 Diarium Romanae Curiae 459

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 Diarium Romanae Curiae 461

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senso, infatti, pur nella specifica fisionomia epistemologica e metodologica,

zampillano da un'unica sorgente, quel Logos che presiede all'opera della crea-

zione e guida l'intelligenza della storia. Una mentalità fondamentalmente

tecnopratica genera un rischioso squilibrio tra ciò che è possibile tecnicamen-

te e ciò che è moralmente buono, con imprevedibili conseguenze.

È importante allora che la cultura riscopra il vigore del significato e il

dinamismo della trascendenza, in una parola, apra con decisione l'orizzonte

del quaerere Deum. Viene in mente la celebre frase agostiniana « Ci hai creati

per te [Signore], e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te ».2 Si può

dire che lo stesso impulso alla ricerca scientifica scaturisce dalla nostalgia di

Dio che abita il cuore umano: in fondo, l'uomo di scienza tende, spesso

inconsciamente, a raggiungere quella verità che può dare senso alla vita.

Ma per quanto sia appassionata e tenace la ricerca umana, essa non è capace

con le proprie forze di approdo sicuro, perché « l'uomo non è in grado di

chiarire completamente la strana penombra che grava sulla questione delle

realtà eterne... Dio deve prendere l'iniziativa di venire incontro e di rivolgerSi

all'uomo ».3 Per restituire alla ragione la sua nativa, integrale dimensione

bisogna allora riscoprire il luogo sorgivo che la ricerca scientifica condivide

con la ricerca di fede, fides quaerens intellectum, secondo l'intuizione ansel-

miana. Scienza e fede hanno una reciprocità feconda, quasi una complemen-

tare esigenza dell'intelligenza del reale. Ma, paradossalmente, proprio la cul-

tura positivista, escludendo la domanda su Dio dal dibattito scientifico,

determina il declino del pensiero e l'indebolimento della capacità di intelli-

genza del reale. Ma il quaerere Deum dell'uomo si perderebbe in un groviglio di

strade se non gli venisse incontro una via di illuminazione e di sicuro orien-

tamento, che è quella di Dio stesso che si fa vicino all'uomo con immenso

amore: « In Gesù Cristo Dio non solo parla all'uomo, ma lo cerca.... È una

ricerca che nasce nell'intimo di Dio e ha il suo punto culminante nell'incar-

nazione del Verbo ».4

Religione del Logos, il Cristianesimo non relega la fede nell'ambito del-

l'irrazionale, ma attribuisce l'origine e il senso della realtà alla Ragione crea-

trice, che nel Dio crocifisso si è manifestata come amore e che invita a per-

correre la strada del quaerere Deum: « Io sono la via, la verità, la vita ».

Commenta san Tommaso d'Aquino: « Il punto di arrivo di questa via infatti

2 Le Confessioni, I, 1. 3 J. Ratzinger, L'Europa di Benedetto nella crisi delle culture, Cantagalli, Roma 2005, 124. 4 Giovanni Paolo II, Tertio Millennio Adveniente, 7.