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Congregatio de Causis Sanctorum 449
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Congregatio de Causis Sanctorum 453
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Congregatio de Causis Sanctorum 455
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NUNTII
I
Urbi et Orbi die Sollemnitatis Paschalis.
Cari fratelli e sorelle di Roma e del mondo intero!
«Surrexit Christus, spes mea » - « Cristo, mia speranza, è risorto » (Sequen-
za pasquale).
Giunga a tutti voi la voce esultante della Chiesa, con le parole che l'antico
inno pone sulle labbra di Maria Maddalena, la prima ad incontrare Gesù
risorto il mattino di Pasqua. Ella corse dagli altri discepoli e, col cuore in
gola, annunciò loro: « Ho visto il Signore! ».1 Anche noi, che abbiamo attra-
versato il deserto della Quaresima e i giorni dolorosi della Passione, oggi
diamo spazio al grido di vittoria: « È risorto! È veramente risorto! ».
Ogni cristiano rivive l'esperienza di Maria di Magdala. È un incontro che
cambia la vita: l'incontro con un Uomo unico, che ci fa sperimentare tutta la
bontà e la verità di Dio, che ci libera dal male non in modo superficiale,
momentaneo, ma ce ne libera radicalmente, ci guarisce del tutto e ci restitui-
sce la nostra dignità. Ecco perché la Maddalena chiama Gesù « mia speranza »:
perché è stato Lui a farla rinascere, a donarle un futuro nuovo, un'esistenza
buona, libera dal male. « Cristo mia speranza » significa che ogni mio desiderio
di bene trova in Lui una possibilità reale: con Lui posso sperare che la mia
vita sia buona e sia piena, eterna, perché è Dio stesso che si è fatto vicino fino
ad entrare nella nostra umanità.
Ma Maria di Magdala, come gli altri discepoli, ha dovuto vedere Gesù
rifiutato dai capi del popolo, catturato, flagellato, condannato a morte e
crocifisso. Dev'essere stato insopportabile vedere la Bontà in persona sotto-
posta alla cattiveria umana, la Verità derisa dalla menzogna, la Misericordia
ingiuriata dalla vendetta. Con la morte di Gesù, sembrava fallire la speranza
di quanti confidavano in Lui. Ma quella fede non venne mai meno del tutto:
soprattutto nel cuore della Vergine Maria, la madre di Gesù, la fiammella è
rimasta accesa in modo vivo anche nel buio della notte. La speranza, in
questo mondo, non può non fare i conti con la durezza del male. Non è
1 Gv 20, 18.