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82. Aujourd'hui de nombreux décideurs, tant politiques qu'économi-
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Acta Benedicti Pp. XVI 329
che proprio in questa settimana siamo chiamati a seguire il nostro Re che
sceglie come trono la croce; siamo chiamati a seguire un Messia che non ci
assicura una facile felicità terrena, ma la felicità del cielo, la beatitudine di
Dio. Dobbiamo allora chiederci: quali sono le nostre vere attese? quali i
desideri più profondi, con cui siamo venuti qui oggi a celebrare la Domenica
delle Palme e ad iniziare la Settimana Santa?
Cari giovani, che siete qui convenuti! Questa è in modo particolare la
vostra Giornata, dovunque nel mondo è presente la Chiesa. Per questo vi
saluto con grande affetto! La Domenica delle Palme sia per voi il giorno della
decisione, la decisione di accogliere il Signore e di seguirlo fino in fondo, la
decisione di fare della sua Pasqua di morte e risurrezione il senso stesso della
vostra vita di cristiani. È la decisione che porta alla vera gioia, come ho
voluto ricordare nel Messaggio ai Giovani per questa Giornata - « Siate
sempre lieti nel Signore » 9 -, e come avvenne per santa Chiara di Assisi,
che, ottocento anni or sono, trascinata dall'esempio di san Francesco e dei
suoi primi compagni, proprio nella Domenica delle Palme, lasciò la casa
paterna per consacrarsi totalmente al Signore: aveva diciotto anni ed ebbe
il coraggio della fede e dell'amore, di decidersi per Cristo, trovando in Lui
la gioia e la pace.
Cari fratelli e sorelle, siano in particolare due i sentimenti di questi giorni:
la lode, come hanno fatto coloro che hanno accolto Gesù a Gerusalemme con i
loro « osanna »; ed il ringraziamento, perché in questa Settimana Santa il
Signore Gesù rinnoverà il dono più grande che si possa immaginare: ci donerà
la sua vita, il suo corpo e il suo sangue, il suo amore. Ma a un dono cosı̀ grande
dobbiamo rispondere in modo adeguato, ossia con il dono di noi stessi, del
nostro tempo, della nostra preghiera, del nostro stare in comunione profonda
d'amore con Cristo che soffre, muore e risorge per noi. Gli antichi Padri della
Chiesa hanno visto un simbolo di tutto ciò nel gesto della gente che seguiva
Gesù nel suo ingresso in Gerusalemme, il gesto di stendere i mantelli davanti
al Signore. Davanti a Cristo - dicevano i Padri - dobbiamo stendere la
nostra vita, le nostre persone, in atteggiamento di gratitudine e di adorazio-
ne. Riascoltiamo, in conclusione, la voce di uno di questi antichi Padri, quella
di sant'Andrea, Vescovo di Creta: « Stendiamo, dunque, umilmente innanzi a
Cristo noi stessi, piuttosto che le tuniche o i rami inanimati e le verdi fronde
che rallegrano gli occhi solo per poche ore e sono destinate a perdere, con la
9 Fil 4, 4.