Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale2
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale82
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale84
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale86
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale88
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale90
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale92
Acta Apostolicae Sedis - Conventio 93
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale94
Acta Apostolicae Sedis - Conventio 95
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale96
Acta Apostolicae Sedis - Conventio 97
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale98
Acta Apostolicae Sedis - Conventio 99
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale100
Acta Apostolicae Sedis - Conventio 101
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale102
Acta Apostolicae Sedis - Conventio 103
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale104
Congregatio de Causis Sanctorum 105
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale106
Congregatio de Causis Sanctorum 107
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale108
Congregatio de Causis Sanctorum 109
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale110
Congregatio de Causis Sanctorum 111
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Congregatio de Causis Sanctorum 113
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale114
Congregatio de Causis Sanctorum 115
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Congregatio pro Gentium Evangelizatione 121
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male fa più rumore del bene; un omicidio efferato, delle violenze diffuse, delle
gravi ingiustizie fanno notizia; al contrario i gesti di amore e di servizio, la
fatica quotidiana sopportata con fedeltà e pazienza rimangono spesso in
ombra, non emergono. Anche per questo motivo non possiamo fermarci solo
alle notizie se vogliamo capire il mondo e la vita; dobbiamo essere capaci di
sostare nel silenzio, nella meditazione, nella riflessione calma e prolungata;
dobbiamo saperci fermare per pensare. In questo modo il nostro animo può
trovare guarigione dalle inevitabili ferite del quotidiano, può scendere in
profondità nei fatti che accadono nella nostra vita e nel mondo, e giungere
a quella sapienza che permette di valutare le cose con occhi nuovi. Soprat-
tutto nel raccoglimento della coscienza, dove ci parla Dio, si impara a guar-
dare con verità le proprie azioni, anche il male presente in noi e intorno a noi,
per iniziare un cammino di conversione che renda più saggi e più buoni, più
capaci di generare solidarietà e comunione, di vincere il male con il bene. Il
cristiano è un uomo di speranza, anche e soprattutto di fronte al buio che
spesso c'è nel mondo e che non dipende dal progetto di Dio ma dalle scelte
sbagliate dell'uomo, perché sa che la forza della fede può spostare le monta-
gne: 1 il Signore può illuminare anche la tenebra più profonda.
L'Anno della fede, che la Chiesa sta vivendo, vuole suscitare nel cuore di
ciascun credente una maggiore consapevolezza che l'incontro con Cristo è la
sorgente della vera vita e di una solida speranza. La fede in Gesù permette un
costante rinnovamento nel bene e la capacità di uscire dalle sabbie mobili del
peccato e di ricominciare di nuovo. Nel Verbo fatto carne è possibile, sempre
nuovamente, trovare la vera identità dell'uomo, che si scopre destinatario
dell'infinito amore di Dio e chiamato alla comunione personale con Lui.
Questa verità, che Gesù Cristo è venuto a rivelare, è la certezza che ci spinge
a guardare con fiducia all'anno che stiamo per iniziare.
La Chiesa, che ha ricevuto dal suo Signore la missione di evangelizzare, sa
bene che il Vangelo è destinato a tutti gli uomini, in particolare alle nuove
generazioni, per saziare quella sete di verità che ognuno porta nel cuore e che
spesso è offuscata dalle tante cose che occupano la vita. Questo impegno
apostolico è tanto più necessario quando la fede rischia di oscurarsi in conte-
sti culturali che ne ostacolano il radicamento personale e la presenza sociale.
Anche Roma è una città dove la fede cristiana deve essere annunciata sempre
di nuovo e testimoniata in maniera credibile. Da una parte, il numero cre-
1 Cfr Mt 17, 20.