Tigiuanaënsem, Leonensem, Tulancingensem et Tuxtlensem dioeceses ad gra-
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Acta Benedicti Pp. XVI 61
della salvezza. Nella prima Lettura abbiamo ascoltato il profeta, ispirato da
Dio, contemplare Gerusalemme come un faro di luce, che, in mezzo alle
tenebre e alle nebbie della terra, orienta il cammino di tutti i popoli. La gloria
del Signore risplende sulla Città santa e attira innanzitutto i suoi figli depor-
tati e dispersi, ma insieme anche le nazioni pagane, che da ogni parte vengono
a Sion come ad una patria comune, arricchendola con i loro beni.1 Nella
seconda Lettura ci è stato riproposto quanto l'apostolo Paolo scriveva agli
Efesini, che cioè proprio il convergere di Giudei e Gentili, per iniziativa
amorevole di Dio, nell'unica Chiesa di Cristo era « il mistero » manifestato
nella pienezza del tempo, la « grazia » di cui Dio lo aveva fatto ministro.2
Tra poco nel Prefazio canteremo: « Oggi in Cristo luce del mondo / Tu hai
rivelato ai popoli il mistero della salvezza ».
Sono trascorsi venti secoli da quando tale mistero è stato rivelato e rea-
lizzato in Cristo, ma esso non è ancora giunto al suo compimento. L'amato
Predecessore Giovanni Paolo II, aprendo la sua Enciclica sulla missione della
Chiesa, ha scritto che « al termine del secondo millennio uno sguardo d'insie-
me all'umanità dimostra che tale missione è ancora agli inizi ».3 Sorgono allora
spontanee alcune domande: in che senso, oggi, Cristo è ancora lumen gentium,
luce delle genti? A che punto sta - se cosı̀ si può dire - questo itinerario
universale dei popoli verso di Lui? È in una fase di progresso o di regresso? E
ancora: chi sono oggi i Magi? Come possiamo interpretare, pensando al mon-
do attuale, queste misteriose figure evangeliche? Per rispondere a tali inter-
rogativi, vorrei tornare a quanto i Padri del Concilio Vaticano II ebbero a
dire al riguardo. E mi piace aggiungere che, subito dopo il Concilio, il Servo di
Dio Paolo VI, proprio quarant'anni or sono, precisamente il 26 marzo 1967,
dedicò allo sviluppo dei popoli l'Enciclica Populorum progressio.
In verità, tutto il Concilio Vaticano II fu mosso dall'anelito di annunciare
all'umanità contemporanea Cristo, luce del mondo. Nel cuore della Chiesa, a
partire dal vertice della sua gerarchia, emerse impellente, suscitato dallo
Spirito Santo, il desiderio di una nuova epifania di Cristo al mondo, un mondo
che l'epoca moderna aveva profondamente trasformato e che per la prima
volta nella storia si trovava di fronte alla sfida di una civiltà globale, dove il
centro non poteva più essere l'Europa e nemmeno quelli che chiamiamo
1 Cfr Is 60, 1-6. 2 Cfr Ef 3, 2-3a.5-6. 3 Redemptoris missio, 1.