ACTA BENEDICTI PP. XVI

 Tigiuanaënsem, Leonensem, Tulancingensem et Tuxtlensem dioeceses ad gra-

 Acta Benedicti Pp. XVI 59

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale60

 Acta Benedicti Pp. XVI 61

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale62

 Acta Benedicti Pp. XVI 63

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 Acta Benedicti Pp. XVI 65

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale66

 Acta Benedicti Pp. XVI 67

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 Acta Benedicti Pp. XVI 69

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 Acta Benedicti Pp. XVI 71

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 Acta Benedicti Pp. XVI 73

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale74

 Acta Benedicti Pp. XVI 75

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale76

 Acta Benedicti Pp. XVI 77

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale78

 Acta Benedicti Pp. XVI 79

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale80

 Acta Benedicti Pp. XVI 81

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 Acta Benedicti Pp. XVI 83

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale84

 Acta Benedicti Pp. XVI 85

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale86

 Acta Benedicti Pp. XVI 87

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale88

 Acta Benedicti Pp. XVI 89

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale90

 Acta Benedicti Pp. XVI 91

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale92

 Acta Benedicti Pp. XVI 93

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale94

 Congregatio pro Episcopis 95

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale96

 Congregatio pro Gentium Evangelizatione 97

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale98

 Congregatio pro Gentium Evangelizatione 99

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale100

 Diarium Romanae Curiae 101

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale102

 Diarium Romanae Curiae 103

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale104

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale62

l'Occidente e il Nord del mondo. Emergeva l'esigenza di elaborare un nuovo

ordine mondiale politico ed economico, ma al tempo stesso e soprattutto

spirituale e culturale, cioè un rinnovato umanesimo. Con crescente evidenza

si imponeva questa constatazione. Un nuovo ordine mondiale economico e

politico non funziona se non c'è un rinnovamento spirituale, se non possiamo

avvicinarci di nuovo a Dio e trovare Dio in mezzo a noi. Già prima del

Concilio Vaticano II, coscienze illuminate di pensatori cristiani avevano in-

tuito ed affrontato questa sfida epocale. Ebbene, all'inizio del terzo millennio

ci troviamo nel vivo di questa fase della storia umana, che è stata ormai

tematizzata intorno alla parola « globalizzazione ». D'altra parte, oggi ci ac-

corgiamo di quanto sia facile perdere di vista i termini di questa stessa sfida,

proprio perché si è coinvolti in essa: un rischio fortemente rafforzato dall'im-

mensa espansione dei mass media, i quali, se da una parte moltiplicano inde-

finitamente le informazioni, dall'altra sembrano indebolire le nostre capacità

di una sintesi critica. La solennità odierna può offrirci questa prospettiva, a

partire dalla manifestazione di un Dio che si è rivelato nella storia come luce

del mondo, per guidare e introdurre finalmente l'umanità nella terra promes-

sa, dove regnano libertà, giustizia e pace. E vediamo sempre più che non

possiamo da noi soli promuovere la giustizia e la pace, se non ci si manifesta

la luce di un Dio che ci mostra il suo volto, che ci appare nella mangiatoia di

Betlemme, che ci appare sulla Croce.

Chi sono dunque i «Magi » di oggi, e a che punto sta il loro « viaggio » e il

nostro « viaggio »? Torniamo, cari fratelli e sorelle, a quel momento di speciale

grazia che fu la conclusione del Concilio Vaticano II, l'8 dicembre 1965,

quando i Padri conciliari indirizzarono all'umanità intera alcuni «Messaggi ».

Il primo era rivolto «Ai Governanti », il secondo «Agli uomini di pensiero e di

scienza ». Sono due categorie di persone che in qualche modo possiamo veder

raffigurate nelle figure evangeliche dei Magi. Ne vorrei poi aggiungere una

terza, alla quale il Concilio non indirizzò un messaggio, ma che fu ben pre-

sente alla sua attenzione nella Dichiarazione conciliare Nostra aetate. Mi rife-

risco alle guide spirituali delle grandi religioni non cristiane. A distanza di

duemila anni, possiamo dunque riconoscere nelle figure dei Magi una sorta di

prefigurazione di queste tre dimensioni costitutive dell'umanesimo moderno:

la dimensione politica, quella scientifica e quella religiosa. L'Epifania ce lo

mostra in stato di « pellegrinaggio », cioè in un movimento di ricerca, spesso

un po' confusa, che, in definitiva, ha il suo punto d'arrivo in Cristo, anche se