Tigiuanaënsem, Leonensem, Tulancingensem et Tuxtlensem dioeceses ad gra-
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può convergere sulla sua Parola accogliendone le esigenze, che sono valide per
tutti.
Nell'ascolto e nel dialogo i Padri conciliari non hanno intravisto un'utilità
indirizzata esclusivamente al progresso ecumenico, ma hanno aggiunto una
prospettiva riferita alla stessa Chiesa cattolica: «Da questo dialogo - affer-
ma il testo del Concilio - apparirà anche più chiaramente quale sia la vera
situazione della Chiesa cattolica ».9 È indispensabile certo « esporre con chia-
rezza tutta la dottrina » per un dialogo che affronti, discuta e superi le diver-
genze esistenti tra i cristiani, ma al tempo stesso « il modo ed il metodo di
enunciare la fede cattolica non deve in alcun modo essere di ostacolo al
dialogo con i fratelli ».10 Bisogna parlare correttamente (o\qhx& |) e in modo
comprensibile. Il dialogo ecumenico comporta l'evangelica correzione frater-
na e conduce a un reciproco arricchimento spirituale nella condivisione delle
autentiche esperienze di fede e di vita cristiana. Perché ciò avvenga occorre
implorare senza stancarsi l'assistenza della grazia di Dio e l'illuminazione
dello Spirito Santo. È quanto i cristiani del mondo intero hanno fatto durante
questa speciale « Settimana », o faranno nella Novena che precede la Penteco-
ste, come pure in ogni circostanza opportuna, elevando la loro fiduciosa
preghiera affinché tutti i discepoli di Cristo siano una cosa sola, e affinché,
nell'ascolto della Parola, possano dare una testimonianza concorde agli uo-
mini e alle donne del nostro tempo.
In questo clima di intensa comunione desidero rivolgere il mio cordiale
saluto a tutti i presenti: al Signor Cardinale Arciprete di questa Basilica, al
Signor Cardinale Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione del-
l'Unità dei Cristiani e agli altri Cardinali, ai venerati Fratelli nell'Episcopato
e nel sacerdozio, ai Monaci benedettini, ai religiosi e alle religiose, ai laici che
rappresentano l'intera comunità diocesana di Roma. In modo speciale vorrei
salutare i fratelli delle altre Chiese e Comunità ecclesiali che prendono parte
alla celebrazione, rinnovando la significativa tradizione di concludere insieme
la « Settimana di Preghiera », nel giorno in cui commemoriamo la folgorante
conversione di san Paolo sulla via di Damasco. Sono lieto di sottolineare che il
sepolcro dell'Apostolo delle genti, presso il quale ci troviamo, è stato recen-
temente oggetto di indagini e di studi, in seguito ai quali si è voluto renderlo
9 Unitatis redintegratio, 9. 10 Ibid., 11.