ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 Acta Benedicti Pp. XVI 239

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 Acta Benedicti Pp. XVI 241

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 Acta Benedicti Pp. XVI 243

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 Acta Benedicti Pp. XVI 245

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 Acta Benedicti Pp. XVI 247

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale248

 Acta Benedicti Pp. XVI 249

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 Acta Benedicti Pp. XVI 251

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale252

 Acta Benedicti Pp. XVI 253

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 Acta Benedicti Pp. XVI 255

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale256

 Acta Benedicti Pp. XVI 257

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale258

 Congregatio pro Episcopis 259

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale260

 Diarium Romanae Curiae 261

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale262

 Diarium Romanae Curiae 263

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale264

Acta Benedicti Pp. XVI 221

HOMILIAE

I

Die Dominica in Palmis de Passione Domini.*

Cari fratelli e sorelle,

cari giovani!

Il Vangelo della benedizione delle palme, che abbiamo ascoltato qui riu-

niti in Piazza San Pietro, comincia con la frase: « Gesù camminava davanti a

tutti salendo verso Gerusalemme ».1 Subito all'inizio della liturgia di questo

giorno, la Chiesa anticipa la sua risposta al Vangelo, dicendo: « Seguiamo il

Signore ». Con ciò il tema della Domenica delle Palme è chiaramente espresso.

È la sequela. Essere cristiani significa considerare la via di Gesù Cristo come

la via giusta per l'essere uomini - come quella via che conduce alla meta, ad

un'umanità pienamente realizzata e autentica. In modo particolare, vorrei

ripetere a tutti i giovani e le giovani, in questa XXV Giornata Mondiale della

Gioventù, che l'essere cristiani è un cammino, o meglio: un pellegrinaggio, un

andare insieme con Gesù Cristo. Un andare in quella direzione che Egli ci ha

indicato e ci indica.

Ma di quale direzione si tratta? Come la si trova? La frase del nostro

Vangelo offre due indicazioni al riguardo. In primo luogo dice che si tratta

di un'ascesa. Ciò ha innanzitutto un significato molto concreto. Gerico, dove

ha avuto inizio l'ultima parte del pellegrinaggio di Gesù, si trova a 250 metri

sotto il livello del mare, mentre Gerusalemme- la meta del cammino - sta a

740-780 metri sul livello del mare: un'ascesa di quasi mille metri. Ma questa

via esteriore è soprattutto un'immagine del movimento interiore dell'esisten-

za, che si compie nella sequela di Cristo: è un'ascesa alla vera altezza dell'es-

sere uomini. L'uomo può scegliere una via comoda e scansare ogni fatica. Può

anche scendere verso il basso, il volgare. Può sprofondare nella palude della

menzogna e della disonestà. Gesù cammina avanti a noi, e va verso l'alto.

Egli ci conduce verso ciò che è grande, puro, ci conduce verso l'aria salubre

delle altezze: verso la vita secondo verità; verso il coraggio che non si lascia

intimidire dal chiacchiericcio delle opinioni dominanti; verso la pazienza che

sopporta e sostiene l'altro. Egli conduce verso la disponibilità per i sofferenti,

* Die 28 Martii 2010. 1 Lc 19, 28.