ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 Acta Benedicti Pp. XVI 239

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 Acta Benedicti Pp. XVI 243

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale252

 Acta Benedicti Pp. XVI 253

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 Acta Benedicti Pp. XVI 255

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale256

 Acta Benedicti Pp. XVI 257

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale258

 Congregatio pro Episcopis 259

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale260

 Diarium Romanae Curiae 261

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale262

 Diarium Romanae Curiae 263

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale264

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genere e quindi rappresenta l'accesso comune di tutti alla nuova nascita da

cristiani, gli altri tre elementi appartengono alla cultura dell'ambiente medi-

terraneo. Essi rimandano cosı̀ al concreto ambiente storico in cui il cristia-

nesimo si è sviluppato. Dio ha agito in un luogo ben determinato della terra,

ha veramente fatto storia con gli uomini. Questi tre elementi, da una parte,

sono doni del creato e, dall'altra, sono tuttavia anche indicazioni dei luoghi

della storia di Dio con noi. Sono una sintesi tra creazione e storia: doni di Dio

che ci collegano sempre con quei luoghi del mondo, nei quali Dio ha voluto

agire con noi nel tempo della storia, diventare uno di noi.

In questi tre elementi c'è di nuovo una graduazione. Il pane rinvia alla

vita quotidiana. È il dono fondamentale della vita giorno per giorno. Il vino

rinvia alla festa, alla squisitezza del creato, in cui, al contempo, può espri-

mersi in modo particolare la gioia dei redenti. L'olio dell'ulivo ha un signifi-

cato ampio. È nutrimento, è medicina, dà bellezza, allena per la lotta e dona

vigore. I re e i sacerdoti vengono unti con olio, che cosı̀ è segno di dignità e di

responsabilità, come anche della forza che viene da Dio. Nel nostro nome

« cristiani » è presente il mistero dell'olio. La parola « cristiani », infatti, con cui

i discepoli di Cristo vengono chiamati già all'inizio della Chiesa proveniente

dai pagani, deriva dalla parola « Cristo » 1 - traduzione greca della parola

«Messia », che significa «Unto ». Essere cristiani vuol dire: provenire da Cristo,

appartenere a Cristo, all'Unto di Dio, a Colui al quale Dio ha donato la

regalità e il sacerdozio. Significa appartenere a Colui che Dio stesso ha unto

- non con un olio materiale, ma con Colui che è rappresentato dall'olio: con il

suo Santo Spirito. L'olio di oliva è cosı̀ in modo del tutto particolare simbolo

della compenetrazione dell'Uomo Gesù da parte dello Spirito Santo.

Nella Messa crismale del Giovedı̀ Santo gli oli santi stanno al centro

dell'azione liturgica. Vengono consacrati nella cattedrale dal Vescovo per

tutto l'anno. Esprimono cosı̀ anche l'unità della Chiesa, garantita dall'Epi-

scopato, e rimandano a Cristo, il vero « pastore e custode delle nostre anime »,

come lo chiama san Pietro.2 E, al contempo, tengono insieme tutto l'anno

liturgico, ancorato al mistero del Giovedı̀ Santo. Infine, rimandano all'Orto

degli Ulivi, in cui Gesù ha accettato interiormente la sua Passione. L'Orto

degli Ulivi è però anche il luogo dal quale Egli è asceso al Padre, è quindi il

luogo della Redenzione: Dio non ha lasciato Gesù nella morte. Gesù vive per

sempre presso il Padre, e proprio per questo è onnipresente, sempre presso di

1 Cfr. At 11, 20-21. 2 Cfr. 1 Pt 2, 25.