ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 Acta Benedicti Pp. XVI 257

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale258

 Congregatio pro Episcopis 259

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale260

 Diarium Romanae Curiae 261

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale262

 Diarium Romanae Curiae 263

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale264

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale236

autentico della vita - una vita che è pienamente vita e per questo è sottratta

alla morte, ma che può di fatto iniziare già in questo mondo, anzi, deve

iniziare in esso: solo se impariamo già ora a vivere in modo autentico, se

impariamo quella vita che la morte non può togliere, la promessa dell'eternità

ha senso. Ma come si realizza questo? Che cosa è mai questa vita veramente

eterna, alla quale la morte non può nuocere? La risposta di Gesù, l'abbiamo

sentita: Questa è la vita vera, che conoscano te - Dio - e il tuo Inviato,

Gesù Cristo. Con nostra sorpresa, lı̀ ci viene detto che vita è conoscenza. Ciò

significa anzitutto: vita è relazione. Nessuno ha la vita da se stesso e sola-

mente per se stesso. Noi l'abbiamo dall'altro, nella relazione con l'altro. Se è

una relazione nella verità e nell'amore, un dare e ricevere, essa dà pienezza

alla vita, la rende bella. Ma proprio per questo, la distruzione della relazione

ad opera della morte può essere particolarmente dolorosa, può mettere in

questione la vita stessa. Solo la relazione con Colui, che è Egli stesso la Vita,

può sostenere anche la mia vita al di là delle acque della morte, può condurmi

vivo attraverso di esse. Già nella filosofia greca esisteva l'idea che l'uomo può

trovare una vita eterna se si attacca a ciò che è indistruttibile - alla verità

che è eterna. Dovrebbe, per cosı̀ dire, riempirsi di verità per portare in sé la

sostanza dell'eternità. Ma solo se la verità è Persona, essa può portarmi

attraverso la notte della morte. Noi ci aggrappiamo a Dio - a Gesù Cristo,

il Risorto. E siamo cosı̀ portati da Colui che è la Vita stessa. In questa

relazione noi viviamo anche attraversando la morte, perché non ci abbando-

na Colui che è la Vita stessa.

Ma ritorniamo alla parola di Gesù: Questa è la vita eterna: che conoscano

te e il tuo Inviato. La conoscenza di Dio diventa vita eterna. Ovviamente qui

con « conoscenza » s'intende qualcosa di più di un sapere esteriore, come sap-

piamo, per esempio, quando è morto un personaggio famoso e quando fu fatta

un'invenzione. Conoscere nel senso della Sacra Scrittura è un diventare inte-

riormente una cosa sola con l'altro. Conoscere Dio, conoscere Cristo significa

sempre anche amarLo, diventare in qualche modo una cosa sola con Lui in

virtù del conoscere e dell'amare. La nostra vita diventa quindi una vita

autentica, vera e cosı̀ anche eterna, se conosciamo Colui che è la fonte di ogni

essere e di ogni vita. Cosı̀ la parola di Gesù diventa un invito per noi: diven-

tiamo amici di Gesù, cerchiamo di conoscerLo sempre di più! Viviamo in

dialogo con Lui! Impariamo da Lui la vita retta, diventiamo suoi testimoni!

Allora diventiamo persone che amano e allora agiamo in modo giusto. Allora

viviamo veramente.