ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 Acta Benedicti Pp. XVI 235

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale236

 Acta Benedicti Pp. XVI 237

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale238

 Acta Benedicti Pp. XVI 239

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 Acta Benedicti Pp. XVI 241

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale242

 Acta Benedicti Pp. XVI 243

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 Acta Benedicti Pp. XVI 245

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 Acta Benedicti Pp. XVI 247

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale248

 Acta Benedicti Pp. XVI 249

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale250

 Acta Benedicti Pp. XVI 251

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale252

 Acta Benedicti Pp. XVI 253

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale254

 Acta Benedicti Pp. XVI 255

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale256

 Acta Benedicti Pp. XVI 257

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale258

 Congregatio pro Episcopis 259

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 Diarium Romanae Curiae 261

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale262

 Diarium Romanae Curiae 263

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale264

Acta Benedicti Pp. XVI 223

quale Egli invita tutti noi. Egli rimane sempre presso di noi sulla terra ed è

sempre già giunto presso Dio, Egli ci guida sulla terra e oltre la terra.

Cosı̀, nell'ampiezza dell'ascesa di Gesù diventano visibili le dimensioni

della nostra sequela - la meta alla quale Egli vuole condurci: fino alle altezze

di Dio, alla comunione con Dio, all'essere-con-Dio. È questa la vera meta, e la

comunione con Lui è la via. La comunione con Cristo è un essere in cammino,

una permanente ascesa verso la vera altezza della nostra chiamata. Il cam-

minare insieme con Gesù è al contempo sempre un camminare nel « noi » di

coloro che vogliono seguire Lui. Ci introduce in questa comunità. Poiché il

cammino fino alla vita vera, fino ad un essere uomini conformi al modello del

Figlio di Dio Gesù Cristo supera le nostre proprie forze, questo camminare è

sempre anche un essere portati. Ci troviamo, per cosı̀ dire, in una cordata con

Gesù Cristo - insieme con Lui nella salita verso le altezze di Dio. Egli ci tira e

ci sostiene. Fa parte della sequela di Cristo che ci lasciamo integrare in tale

cordata; che accettiamo di non potercela fare da soli. Fa parte di essa questo

atto di umiltà, l'entrare nel « noi » della Chiesa; l'aggrapparsi alla cordata, la

responsabilità della comunione - il non strappare la corda con la caparbietà

e la saccenteria. L'umile credere con la Chiesa, come essere saldati nella

cordata dell'ascesa verso Dio, è una condizione essenziale della sequela. Di

questo essere nell'insieme della cordata fa parte anche il non comportarsi da

padroni della Parola di Dio, il non correre dietro un'idea sbagliata di eman-

cipazione. L'umiltà dell'« essere-con » è essenziale per l'ascesa. Fa anche parte

di essa che nei Sacramenti ci lasciamo sempre di nuovo prendere per mano dal

Signore; che da Lui ci lasciamo purificare e corroborare; che accettiamo la

disciplina dell'ascesa, anche se siamo stanchi.

Infine, dobbiamo ancora dire: dell'ascesa verso l'altezza di Gesù Cristo,

dell'ascesa fino all'altezza di Dio stesso fa parte la Croce. Come nelle vicende

di questo mondo non si possono raggiungere grandi risultati senza rinuncia e

duro esercizio, come la gioia per una grande scoperta conoscitiva o per una

vera capacità operativa è legata alla disciplina, anzi, alla fatica dell'appren-

dimento, cosı̀ la via verso la vita stessa, verso la realizzazione della propria

umanità è legata alla comunione con Colui che è salito all'altezza di Dio

attraverso la Croce. In ultima analisi, la Croce è espressione di ciò che l'amore

significa: solo chi perde se stesso, si trova.

Riassumiamo: la sequela di Cristo richiede come primo passo il risvegliarsi

della nostalgia per l'autentico essere uomini e cosı̀ il risvegliarsi per Dio.

Richiede poi che si entri nella cordata di quanti salgono, nella comunione