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Acta Benedicti Pp. XVI 223
quale Egli invita tutti noi. Egli rimane sempre presso di noi sulla terra ed è
sempre già giunto presso Dio, Egli ci guida sulla terra e oltre la terra.
Cosı̀, nell'ampiezza dell'ascesa di Gesù diventano visibili le dimensioni
della nostra sequela - la meta alla quale Egli vuole condurci: fino alle altezze
di Dio, alla comunione con Dio, all'essere-con-Dio. È questa la vera meta, e la
comunione con Lui è la via. La comunione con Cristo è un essere in cammino,
una permanente ascesa verso la vera altezza della nostra chiamata. Il cam-
minare insieme con Gesù è al contempo sempre un camminare nel « noi » di
coloro che vogliono seguire Lui. Ci introduce in questa comunità. Poiché il
cammino fino alla vita vera, fino ad un essere uomini conformi al modello del
Figlio di Dio Gesù Cristo supera le nostre proprie forze, questo camminare è
sempre anche un essere portati. Ci troviamo, per cosı̀ dire, in una cordata con
Gesù Cristo - insieme con Lui nella salita verso le altezze di Dio. Egli ci tira e
ci sostiene. Fa parte della sequela di Cristo che ci lasciamo integrare in tale
cordata; che accettiamo di non potercela fare da soli. Fa parte di essa questo
atto di umiltà, l'entrare nel « noi » della Chiesa; l'aggrapparsi alla cordata, la
responsabilità della comunione - il non strappare la corda con la caparbietà
e la saccenteria. L'umile credere con la Chiesa, come essere saldati nella
cordata dell'ascesa verso Dio, è una condizione essenziale della sequela. Di
questo essere nell'insieme della cordata fa parte anche il non comportarsi da
padroni della Parola di Dio, il non correre dietro un'idea sbagliata di eman-
cipazione. L'umiltà dell'« essere-con » è essenziale per l'ascesa. Fa anche parte
di essa che nei Sacramenti ci lasciamo sempre di nuovo prendere per mano dal
Signore; che da Lui ci lasciamo purificare e corroborare; che accettiamo la
disciplina dell'ascesa, anche se siamo stanchi.
Infine, dobbiamo ancora dire: dell'ascesa verso l'altezza di Gesù Cristo,
dell'ascesa fino all'altezza di Dio stesso fa parte la Croce. Come nelle vicende
di questo mondo non si possono raggiungere grandi risultati senza rinuncia e
duro esercizio, come la gioia per una grande scoperta conoscitiva o per una
vera capacità operativa è legata alla disciplina, anzi, alla fatica dell'appren-
dimento, cosı̀ la via verso la vita stessa, verso la realizzazione della propria
umanità è legata alla comunione con Colui che è salito all'altezza di Dio
attraverso la Croce. In ultima analisi, la Croce è espressione di ciò che l'amore
significa: solo chi perde se stesso, si trova.
Riassumiamo: la sequela di Cristo richiede come primo passo il risvegliarsi
della nostalgia per l'autentico essere uomini e cosı̀ il risvegliarsi per Dio.
Richiede poi che si entri nella cordata di quanti salgono, nella comunione