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Acta Benedicti Pp. XVI 231
genere e quindi rappresenta l'accesso comune di tutti alla nuova nascita da
cristiani, gli altri tre elementi appartengono alla cultura dell'ambiente medi-
terraneo. Essi rimandano cosı̀ al concreto ambiente storico in cui il cristia-
nesimo si è sviluppato. Dio ha agito in un luogo ben determinato della terra,
ha veramente fatto storia con gli uomini. Questi tre elementi, da una parte,
sono doni del creato e, dall'altra, sono tuttavia anche indicazioni dei luoghi
della storia di Dio con noi. Sono una sintesi tra creazione e storia: doni di Dio
che ci collegano sempre con quei luoghi del mondo, nei quali Dio ha voluto
agire con noi nel tempo della storia, diventare uno di noi.
In questi tre elementi c'è di nuovo una graduazione. Il pane rinvia alla
vita quotidiana. È il dono fondamentale della vita giorno per giorno. Il vino
rinvia alla festa, alla squisitezza del creato, in cui, al contempo, può espri-
mersi in modo particolare la gioia dei redenti. L'olio dell'ulivo ha un signifi-
cato ampio. È nutrimento, è medicina, dà bellezza, allena per la lotta e dona
vigore. I re e i sacerdoti vengono unti con olio, che cosı̀ è segno di dignità e di
responsabilità, come anche della forza che viene da Dio. Nel nostro nome
« cristiani » è presente il mistero dell'olio. La parola « cristiani », infatti, con cui
i discepoli di Cristo vengono chiamati già all'inizio della Chiesa proveniente
dai pagani, deriva dalla parola « Cristo » 1 - traduzione greca della parola
«Messia », che significa «Unto ». Essere cristiani vuol dire: provenire da Cristo,
appartenere a Cristo, all'Unto di Dio, a Colui al quale Dio ha donato la
regalità e il sacerdozio. Significa appartenere a Colui che Dio stesso ha unto
- non con un olio materiale, ma con Colui che è rappresentato dall'olio: con il
suo Santo Spirito. L'olio di oliva è cosı̀ in modo del tutto particolare simbolo
della compenetrazione dell'Uomo Gesù da parte dello Spirito Santo.
Nella Messa crismale del Giovedı̀ Santo gli oli santi stanno al centro
dell'azione liturgica. Vengono consacrati nella cattedrale dal Vescovo per
tutto l'anno. Esprimono cosı̀ anche l'unità della Chiesa, garantita dall'Epi-
scopato, e rimandano a Cristo, il vero « pastore e custode delle nostre anime »,
come lo chiama san Pietro.2 E, al contempo, tengono insieme tutto l'anno
liturgico, ancorato al mistero del Giovedı̀ Santo. Infine, rimandano all'Orto
degli Ulivi, in cui Gesù ha accettato interiormente la sua Passione. L'Orto
degli Ulivi è però anche il luogo dal quale Egli è asceso al Padre, è quindi il
luogo della Redenzione: Dio non ha lasciato Gesù nella morte. Gesù vive per
sempre presso il Padre, e proprio per questo è onnipresente, sempre presso di
1 Cfr. At 11, 20-21. 2 Cfr. 1 Pt 2, 25.