Tigiuanaënsem, Leonensem, Tulancingensem et Tuxtlensem dioeceses ad gra-
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sorta di loro regolarizzazione canonica, indipendentemente dalla validità o
nullità del loro matrimonio, indipendentemente cioè dalla « verità » circa la
loro condizione personale. La via della dichiarazione di nullità matrimoniale
viene di fatto considerata uno strumento giuridico per raggiungere tale obiet-
tivo, secondo una logica in cui il diritto diventa la formalizzazione delle
pretese soggettive. Al riguardo, va innanzitutto sottolineato che il Concilio
descrive certamente il matrimonio come intima communitas vitae et amoris,
ma tale comunità viene determinata, seguendo la tradizione della Chiesa, da
un insieme di principi di diritto divino, che fissano il suo vero senso antro-
pologico permanente.3
Poi, in fedele continuità ermeneutica con il Concilio, si è mosso il magi-
stero di Paolo VI e di Giovanni Paolo II, come anche l'opera legislativa dei
Codici tanto latino quanto orientale. Da tali Istanze infatti è stato portato
avanti, anche a riguardo della dottrina e della disciplina matrimoniale, lo
sforzo della « riforma » o del « rinnovamento nella continuità ».4 Questo sforzo
si è sviluppato poggiando sull'indiscusso presupposto che il matrimonio abbia
una sua verità, alla cui scoperta e al cui approfondimento concorrono armo-
nicamente ragione e fede, cioè la conoscenza umana, illuminata dalla Parola
di Dio, sulla realtà sessualmente differenziata dell'uomo e della donna, con le
loro profonde esigenze di complementarietà, di donazione definitiva e di
esclusività.
La verità antropologica e salvifica del matrimonio - anche nella sua
dimensione giuridica - viene presentata già nella Sacra Scrittura. La rispo-
sta di Gesù a quei farisei che gli chiedevano il suo parere circa la liceità del
ripudio è ben nota: «Non avete letto che il Creatore da principio li creò
maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre
e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Cosı̀ che non sono più
due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo
separi ».5 Le citazioni della Genesi 6 ripropongono la verità matrimoniale del
« principio », quella verità la cui pienezza si trova in rapporto all'unione di
Cristo con la Chiesa,7 e che è stata oggetto di cosı̀ ampie e profonde riflessioni
3 Cfr ibid. 4 Cfr Discorso alla Curia Romana, cit. 5 Mt 19, 4-6. 6 1, 27; 2, 24. 7 Cfr Ef 5, 30-31.