ACTA BENEDICTI PP. XVI

 Tigiuanaënsem, Leonensem, Tulancingensem et Tuxtlensem dioeceses ad gra-

 Acta Benedicti Pp. XVI 59

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 Acta Benedicti Pp. XVI 89

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 Acta Benedicti Pp. XVI 91

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale92

 Acta Benedicti Pp. XVI 93

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale94

 Congregatio pro Episcopis 95

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale96

 Congregatio pro Gentium Evangelizatione 97

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale98

 Congregatio pro Gentium Evangelizatione 99

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale100

 Diarium Romanae Curiae 101

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale102

 Diarium Romanae Curiae 103

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale104

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale88

sorta di loro regolarizzazione canonica, indipendentemente dalla validità o

nullità del loro matrimonio, indipendentemente cioè dalla « verità » circa la

loro condizione personale. La via della dichiarazione di nullità matrimoniale

viene di fatto considerata uno strumento giuridico per raggiungere tale obiet-

tivo, secondo una logica in cui il diritto diventa la formalizzazione delle

pretese soggettive. Al riguardo, va innanzitutto sottolineato che il Concilio

descrive certamente il matrimonio come intima communitas vitae et amoris,

ma tale comunità viene determinata, seguendo la tradizione della Chiesa, da

un insieme di principi di diritto divino, che fissano il suo vero senso antro-

pologico permanente.3

Poi, in fedele continuità ermeneutica con il Concilio, si è mosso il magi-

stero di Paolo VI e di Giovanni Paolo II, come anche l'opera legislativa dei

Codici tanto latino quanto orientale. Da tali Istanze infatti è stato portato

avanti, anche a riguardo della dottrina e della disciplina matrimoniale, lo

sforzo della « riforma » o del « rinnovamento nella continuità ».4 Questo sforzo

si è sviluppato poggiando sull'indiscusso presupposto che il matrimonio abbia

una sua verità, alla cui scoperta e al cui approfondimento concorrono armo-

nicamente ragione e fede, cioè la conoscenza umana, illuminata dalla Parola

di Dio, sulla realtà sessualmente differenziata dell'uomo e della donna, con le

loro profonde esigenze di complementarietà, di donazione definitiva e di

esclusività.

La verità antropologica e salvifica del matrimonio - anche nella sua

dimensione giuridica - viene presentata già nella Sacra Scrittura. La rispo-

sta di Gesù a quei farisei che gli chiedevano il suo parere circa la liceità del

ripudio è ben nota: «Non avete letto che il Creatore da principio li creò

maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre

e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Cosı̀ che non sono più

due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo

separi ».5 Le citazioni della Genesi 6 ripropongono la verità matrimoniale del

« principio », quella verità la cui pienezza si trova in rapporto all'unione di

Cristo con la Chiesa,7 e che è stata oggetto di cosı̀ ampie e profonde riflessioni

3 Cfr ibid. 4 Cfr Discorso alla Curia Romana, cit. 5 Mt 19, 4-6. 6 1, 27; 2, 24. 7 Cfr Ef 5, 30-31.