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tuo Dio, ti ha consacrato con olio di letizia, a preferenza dei tuoi compagni ».6
Che cosa è questo olio di letizia con cui è stato unto il vero Re, Cristo? I Padri
non avevano alcun dubbio al riguardo: l'olio di letizia è lo stesso Spirito
Santo, che è stato effuso su Gesù Cristo. Lo Spirito Santo è la letizia che
viene da Dio. Da Gesù questa letizia si riversa su di noi nel suo Vangelo, nella
buona novella che Dio ci conosce, che Egli è buono e che la sua bontà è un
potere sopra tutti i poteri; che noi siamo voluti ed amati da Lui. La gioia è
frutto dell'amore. L'olio di letizia, che è stato effuso su Cristo e da Lui viene a
noi, è lo Spirito Santo, il dono dell'Amore che ci rende lieti dell'esistenza.
Poiché conosciamo Cristo e, in Cristo, il vero Dio, sappiamo che è cosa buona
essere uomo. È cosa buona vivere, perché siamo amati. Perché la verità stessa
è buona.
Nella Chiesa antica l'olio consacrato è stato considerato, in modo parti-
colare, come segno della presenza dello Spirito Santo, che a partire da Cristo
si comunica a noi. Egli è l'olio di letizia. Questa letizia è una cosa diversa dal
divertimento o dall'allegria esteriore che la società moderna si auspica. Il
divertimento, nel suo posto giusto, è certamente cosa buona e piacevole. È
bene poter ridere. Ma il divertimento non è tutto. È solo una piccola parte
della nostra vita, e dove esso vuol essere il tutto diventa una maschera dietro
la quale si nasconde la disperazione o almeno il dubbio se la vita sia vera-
mente buona, o se non sarebbe forse meglio non esistere invece di esistere. La
gioia, che da Cristo ci viene incontro, è diversa. Essa ci dà allegria, sı̀, ma
certamente può andar insieme anche con la sofferenza. Ci dà la capacità di
soffrire e, nella sofferenza, di restare tuttavia intimamente lieti. Ci dà la
capacità di condividere la sofferenza altrui e cosı̀ di rendere percepibile, nella
disponibilità reciproca, la luce e la bontà di Dio. Mi fa sempre riflettere il
racconto degli Atti degli Apostoli secondo cui gli Apostoli, dopo che il Sinedrio
li aveva fatti flagellare, erano « lieti di essere stati giudicati degni di subire
oltraggi per il nome di Gesù ».7 Chi ama è pronto a soffrire per l'amato e a
motivo del suo amore, e proprio cosı̀ sperimenta una gioia più profonda. La
gioia dei martiri era più forte dei tormenti loro inflitti. Questa gioia, alla fine,
ha vinto ed ha aperto a Cristo le porte della storia. Quali sacerdoti, noi siamo
- come dice san Paolo - « collaboratori della vostra gioia ».8 Nel frutto
dell'ulivo, nell'olio consacrato, ci tocca la bontà del Creatore, l'amore del
6 v. 8. 7 At 5, 41. 8 2 Cor 1, 24.