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Acta Benedicti Pp. XVI 235
Redentore. Preghiamo che la sua letizia ci pervada sempre più in profondità e
preghiamo di essere capaci di portarla nuovamente in un mondo che ha cosı̀
urgentemente bisogno della gioia che scaturisce dalla verità. Amen.
IV
In eucharistica celebratione in Cena Domini.*
Cari fratelli e sorelle,
In modo più ampio degli altri tre evangelisti, san Giovanni, nella maniera
a lui propria, ci riferisce nel suo Vangelo circa i discorsi d'addio di Gesù, che
appaiono quasi come il suo testamento e come sintesi del nucleo essenziale del
suo messaggio. All'inizio di tali discorsi c'è la lavanda dei piedi, in cui il
servizio redentore di Gesù per l'umanità bisognosa di purificazione è riassun-
to in questo gesto di umiltà. Alla fine, le parole di Gesù si trasformano in
preghiera, nella sua Preghiera sacerdotale, il cui sfondo gli esegeti hanno
individuato nel rituale della festa giudaica dell'Espiazione. Ciò che era il
senso di quella festa e dei suoi riti - la purificazione del mondo, la sua
riconciliazione con Dio - avviene nell'atto del pregare di Gesù, un pregare
che, al tempo stesso, anticipa la Passione, la trasforma in preghiera. Cosı̀ nella
Preghiera sacerdotale si rende visibile in una maniera del tutto particolare
anche il mistero permanente del Giovedı̀ Santo: il nuovo sacerdozio di Gesù
Cristo e la sua continuazione nella consacrazione degli Apostoli, nel coinvol-
gimento dei discepoli nel sacerdozio del Signore. Da questo testo inesauribile,
in quest'ora vorrei scegliere tre parole di Gesù, che possono introdurci più
profondamente nel mistero del Giovedı̀ Santo.
Vi è innanzitutto la frase: « Questa è la vita eterna: che conoscano te,
l'unico vero Dio e colui che hai mandato, Gesù Cristo ».1 Ogni essere umano
vuole vivere. Desidera una vita vera, piena, una vita che valga la pena, che
sia una gioia. Con l'anelito alla vita è, al contempo, collegata la resistenza
contro la morte, che tuttavia è ineluttabile. Quando Gesù parla della vita
eterna, Egli intende la vita autentica, vera, che merita di essere vissuta. Non
intende semplicemente la vita che viene dopo la morte. Egli intende il modo
* Die 1 Aprilis 2010. 1 Gv 17, 3.