ACTA BENEDICTI PP. XVI

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale202

 Acta Benedicti Pp. XVI 203

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale204

 Acta Benedicti Pp. XVI 205

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 Acta Benedicti Pp. XVI 207

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 Acta Benedicti Pp. XVI 209

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 Acta Benedicti Pp. XVI 217

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 Acta Benedicti Pp. XVI 229

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale232

 Acta Benedicti Pp. XVI 233

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale234

 Acta Benedicti Pp. XVI 235

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale236

 Acta Benedicti Pp. XVI 237

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale238

 Acta Benedicti Pp. XVI 239

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale240

 Acta Benedicti Pp. XVI 241

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale242

 Acta Benedicti Pp. XVI 243

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale244

 Acta Benedicti Pp. XVI 245

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale246

 Acta Benedicti Pp. XVI 247

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale248

 Acta Benedicti Pp. XVI 249

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale250

 Acta Benedicti Pp. XVI 251

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale252

 Acta Benedicti Pp. XVI 253

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale254

 Acta Benedicti Pp. XVI 255

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale256

 Acta Benedicti Pp. XVI 257

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale258

 Congregatio pro Episcopis 259

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale260

 Diarium Romanae Curiae 261

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale262

 Diarium Romanae Curiae 263

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale264

Acta Benedicti Pp. XVI 235

Redentore. Preghiamo che la sua letizia ci pervada sempre più in profondità e

preghiamo di essere capaci di portarla nuovamente in un mondo che ha cosı̀

urgentemente bisogno della gioia che scaturisce dalla verità. Amen.

IV

In eucharistica celebratione in Cena Domini.*

Cari fratelli e sorelle,

In modo più ampio degli altri tre evangelisti, san Giovanni, nella maniera

a lui propria, ci riferisce nel suo Vangelo circa i discorsi d'addio di Gesù, che

appaiono quasi come il suo testamento e come sintesi del nucleo essenziale del

suo messaggio. All'inizio di tali discorsi c'è la lavanda dei piedi, in cui il

servizio redentore di Gesù per l'umanità bisognosa di purificazione è riassun-

to in questo gesto di umiltà. Alla fine, le parole di Gesù si trasformano in

preghiera, nella sua Preghiera sacerdotale, il cui sfondo gli esegeti hanno

individuato nel rituale della festa giudaica dell'Espiazione. Ciò che era il

senso di quella festa e dei suoi riti - la purificazione del mondo, la sua

riconciliazione con Dio - avviene nell'atto del pregare di Gesù, un pregare

che, al tempo stesso, anticipa la Passione, la trasforma in preghiera. Cosı̀ nella

Preghiera sacerdotale si rende visibile in una maniera del tutto particolare

anche il mistero permanente del Giovedı̀ Santo: il nuovo sacerdozio di Gesù

Cristo e la sua continuazione nella consacrazione degli Apostoli, nel coinvol-

gimento dei discepoli nel sacerdozio del Signore. Da questo testo inesauribile,

in quest'ora vorrei scegliere tre parole di Gesù, che possono introdurci più

profondamente nel mistero del Giovedı̀ Santo.

Vi è innanzitutto la frase: « Questa è la vita eterna: che conoscano te,

l'unico vero Dio e colui che hai mandato, Gesù Cristo ».1 Ogni essere umano

vuole vivere. Desidera una vita vera, piena, una vita che valga la pena, che

sia una gioia. Con l'anelito alla vita è, al contempo, collegata la resistenza

contro la morte, che tuttavia è ineluttabile. Quando Gesù parla della vita

eterna, Egli intende la vita autentica, vera, che merita di essere vissuta. Non

intende semplicemente la vita che viene dopo la morte. Egli intende il modo

* Die 1 Aprilis 2010. 1 Gv 17, 3.