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« Vogliamo vedere Gesù »,4 è la richiesta che, nel Vangelo di Giovanni,
alcuni Greci, giunti a Gerusalemme per il pellegrinaggio pasquale, presentano
all'apostolo Filippo. Essa risuona anche nel nostro cuore in questo mese di
ottobre, che ci ricorda come l'impegno e il compito dell'annuncio evangelico
spetti all'intera Chiesa, «missionaria per sua natura »,5 e ci invita a farci
promotori della novità di vita, fatta di relazioni autentiche, in comunità
fondate sul Vangelo. In una società multietnica che sempre più sperimenta
forme di solitudine e di indifferenza preoccupanti, i cristiani devono imparare
ad offrire segni di speranza e a divenire fratelli universali, coltivando i grandi
ideali che trasformano la storia e, senza false illusioni o inutili paure, impe-
gnarsi a rendere il pianeta la casa di tutti i popoli.
Come i pellegrini greci di duemila anni fa, anche gli uomini del nostro
tempo, magari non sempre consapevolmente, chiedono ai credenti non solo di
« parlare » di Gesù, ma di « far vedere » Gesù, far risplendere il Volto del Re-
dentore in ogni angolo della terra davanti alle generazioni del nuovo millen-
nio e specialmente davanti ai giovani di ogni continente, destinatari privile-
giati e soggetti dell'annuncio evangelico. Essi devono percepire che i cristiani
portano la parola di Cristo perché Lui è la Verità, perché hanno trovato in
Lui il senso, la verità per la loro vita.
Queste considerazioni rimandano al mandato missionario che hanno rice-
vuto tutti i battezzati e l'intera Chiesa, ma che non può realizzarsi in maniera
credibile senza una profonda conversione personale, comunitaria e pastorale.
Infatti, la consapevolezza della chiamata ad annunciare il Vangelo stimola
non solo ogni singolo fedele, ma tutte le Comunità diocesane e parrocchiali ad
un rinnovamento integrale e ad aprirsi sempre più alla cooperazione missio-
naria tra le Chiese, per promuovere l'annuncio del Vangelo nel cuore di ogni
persona, di ogni popolo, cultura, razza, nazionalità, ad ogni latitudine.
Questa consapevolezza si alimenta attraverso l'opera di Sacerdoti Fidei
Donum, di Consacrati, di Catechisti, di Laici missionari, in una ricerca
costante di promuovere la comunione ecclesiale, in modo che anche il
fenomeno dell'« interculturalità » possa integrarsi in un modello di unità, nel
quale il Vangelo sia fermento di libertà e di progresso, fonte di fraternità,
di umiltà e di pace.6 La Chiesa, infatti, « è in Cristo come sacramento, cioè
4 Gv 12, 21. 5 Ad gentes, 2. 6 Cfr. Ad gentes, 8.