936 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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998 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
1000 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
1002 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
1004 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
1006 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
1008 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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1012 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
1014 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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1018 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
1020 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
1022 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
1024 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
1026 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
1028 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
1030 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
1032 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
1034 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
1036 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
1038 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
1040 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
1042 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
1044 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 1045
1046 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 1047
1048 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 1049
1050 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 1051
1052 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 1053
1054 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 1055
1056 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 1057
1058 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio pro Episcopis 1059
1060 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
1062 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
1064 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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Acta Francisci Pp. 941
In una società che ostenta il culto dell'efficienza, del salutismo, del
successo e che marginalizza i poveri ed esclude i « perdenti », possiamo te-
stimoniare, attraverso la nostra vita, la verità delle parole della Scrittura:
« Quando sono debole, è allora che sono forte » ( 2 Cor 12, 10).
Possiamo ben applicare alla vita consacrata quanto ho scritto nella Esor-
tazione apostolica Evangelii gaudium, citando un'omelia di Benedetto XVI:
« La Chiesa non cresce per proselitismo, ma per attrazione » (n. 14). Sì, la
vita consacrata non cresce se organizziamo delle belle campagne vocazionali,
ma se le giovani e i giovani che ci incontrano si sentono attratti da noi, se
ci vedono uomini e donne felici! Ugualmente la sua efficacia apostolica non
dipende dall'efficienza e dalla potenza dei suoi mezzi. È la vostra vita che
deve parlare, una vita dalla quale traspare la gioia e la bellezza di vivere
il Vangelo e di seguire Cristo.
Ripeto anche a voi quanto ho detto nella scorsa Veglia di Pentecoste ai
Movimenti ecclesiali: « Il valore della Chiesa, fondamentalmente, è vivere il
Vangelo e dare testimonianza della nostra fede. La Chiesa è sale della terra,
è luce del mondo, è chiamata a rendere presente nella società il lievito del
Regno di Dio e lo fa prima di tutto con la sua testimonianza, la testimonianza
dell'amore fraterno, della solidarietà, della condivisione » (18 maggio 2013).
2. Mi attendo che « svegliate il mondo », perché la nota che caratterizza
la vita consacrata è la profezia. Come ho detto ai Superiori Generali « la
radicalità evangelica non è solamente dei religiosi: è richiesta a tutti. Ma
i religiosi seguono il Signore in maniera speciale, in modo profetico ». È
questa la priorità che adesso è richiesta: « essere profeti che testimoniano
come Gesù ha vissuto su questa terra … Mai un religioso deve rinunciare
alla profezia » (29 novembre 2013).
Il profeta riceve da Dio la capacità di scrutare la storia nella quale vive
e di interpretare gli avvenimenti: è come una sentinella che veglia durante
la notte e sa quando arriva l'aurora (cfr Is 21, 11-12). Conosce Dio e cono-
sce gli uomini e le donne suoi fratelli e sorelle. È capace di discernimento
e anche di denunciare il male del peccato e le ingiustizie, perché è libero,
non deve rispondere ad altri padroni se non a Dio, non ha altri interessi
che quelli di Dio. Il profeta sta abitualmente dalla parte dei poveri e degli
indifesi, perché sa che Dio stesso è dalla loro parte.
Mi attendo dunque non che teniate vive delle « utopie », ma che sappia-
te creare « altri luoghi », dove si viva la logica evangelica del dono, della