Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale80
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale82
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale84
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale86
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale88
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale90
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale92
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale94
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale96
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale98
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale100
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale102
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale104
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale106
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale108
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale110
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale112
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale114
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale118
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale120
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale122
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale124
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale126
Congregatio pro Doctrina Fidei 127
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale128
Congregatio pro Doctrina Fidei 129
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale130
Congregatio pro Doctrina Fidei 131
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale132
Congregatio pro Doctrina Fidei 133
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale134
Congregatio pro Doctrina Fidei 135
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale136
Congregatio pro Doctrina Fidei 137
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale138
Congregatio pro Doctrina Fidei 139
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale140
Congregatio de Causis Sanctorum 141
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale142
Congregatio de Causis Sanctorum 143
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale144
Congregatio de Causis Sanctorum 145
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale146
Congregatio de Causis Sanctorum 147
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Congregatio de Causis Sanctorum 149
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Congregatio de Causis Sanctorum 151
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Nell'appuntamento di quest'anno, vorrei partire da uno degli importanti
eventi ecclesiali, che vivremo tra qualche mese; mi riferisco all'Anno della
fede, che, sulle orme del mio venerato Predecessore, il Servo di Dio Paolo VI,
ho voluto indire nel cinquantesimo anniversario dell'apertura del Concilio
Ecumenico Vaticano II. Quel grande Pontefice - come ho scritto nella Let-
tera apostolica di indizione - stabilı̀ per la prima volta un tale periodo di
riflessione « ben cosciente delle gravi difficoltà del tempo, soprattutto riguar-
do alla professione della vera fede e alla sua retta interpretazione ».1
Riallacciandomi a una simile esigenza, passando all'ambito che più diret-
tamente interessa il vostro servizio alla Chiesa, oggi vorrei soffermarmi su di
un aspetto primario del ministero giudiziale, ovvero l'interpretazione della
legge canonica in ordine alla sua applicazione.2 Il nesso con il tema appena
accennato - la retta interpretazione della fede - non si riduce certo a una
mera assonanza semantica, considerato che il diritto canonico trova nelle
verità di fede il suo fondamento e il suo stesso senso, e che la lex agendi
non può che rispecchiare la lex credendi. La questione dell'interpretazione
della legge canonica, peraltro, costituisce un argomento assai vasto e com-
plesso, dinanzi al quale mi limiterò ad alcune osservazioni.
Anzitutto l'ermeneutica del diritto canonico è strettamente legata alla
concezione stessa della legge della Chiesa.
Qualora si tendesse a identificare il diritto canonico con il sistema delle
leggi canoniche, la conoscenza di ciò che è giuridico nella Chiesa consisterebbe
essenzialmente nel comprendere ciò che stabiliscono i testi legali. A prima vista
questo approccio sembrerebbe valorizzare pienamente la legge umana. Ma
risulta evidente l'impoverimento che questa concezione comporterebbe: con
l'oblio pratico del diritto naturale e del diritto divino positivo, come pure del
rapporto vitale di ogni diritto con la comunione e la missione della Chiesa, il
lavoro dell'interprete viene privato del contatto vitale con la realtà ecclesiale.
Negli ultimi tempi alcune correnti di pensiero hanno messo in guardia
contro l'eccessivo attaccamento alle leggi della Chiesa, a cominciare dai
Codici, giudicandolo, per l'appunto, una manifestazione di legalismo. Di
conseguenza, sono state proposte delle vie ermeneutiche che consentono un
approccio più consono con le basi teologiche e gli intenti anche pastorali della
norma canonica, portando ad una creatività giuridica in cui la singola
situazione diventerebbe fattore decisivo per accertare l'autentico significato
1 Motu pr. Porta fidei, 11 ottobre 2011, 5: L'Osservatore Romano, 17-18 ottobre 2011, p. 4. 2 Cfr can. 16, § 3 CIC; can. 1498, § 3 CCEO.