Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale80
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale114
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Congregatio pro Doctrina Fidei 127
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Congregatio pro Doctrina Fidei 129
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Congregatio pro Doctrina Fidei 131
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Congregatio pro Doctrina Fidei 133
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Congregatio pro Doctrina Fidei 135
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Congregatio pro Doctrina Fidei 137
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Congregatio pro Doctrina Fidei 139
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Congregatio de Causis Sanctorum 141
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Congregatio de Causis Sanctorum 143
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Congregatio de Causis Sanctorum 145
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Acta Benedicti Pp. XVI 109
ecumenica deve partire da quell'« ecumenismo spirituale », da quell'« anima di
tutto il movimento ecumenico »,3 che si trova nello spirito della preghiera
perché « tutti siano una cosa sola ».4
La coerenza dell'impegno ecumenico con l'insegnamento del Concilio
Vaticano II e con l'intera Tradizione è stata uno degli ambiti cui la Congre-
gazione, in collaborazione con il Pontificio Consiglio per la Promozione
dell'Unità dei Cristiani, ha sempre prestato attenzione. Oggi possiamo con-
statare non pochi frutti buoni arrecati dai dialoghi ecumenici, ma dobbiamo
anche riconoscere che il rischio di un falso irenismo e di un indifferentismo,
del tutto alieno alla mente del Concilio Vaticano II, esige la nostra vigilanza.
Questo indifferentismo è causato dalla opinione sempre più diffusa che la
verità non sarebbe accessibile all'uomo; sarebbe quindi necessario limitarsi
a trovare regole per una prassi in grado di migliorare il mondo. E cosı̀ la fede
sarebbe sostituita da un moralismo, senza fondamento profondo. Il centro del
vero ecumenismo è invece la fede nella quale l'uomo incontra la verità che si
rivela nella Parola di Dio. Senza la fede tutto il movimento ecumenico sa-
rebbe ridotto ad una forma di « contratto sociale » cui aderire per un interesse
comune, una « prasseologia » per creare un mondo migliore. La logica del
Concilio Vaticano II è completamente diversa: la ricerca sincera della piena
unità di tutti i cristiani è un dinamismo animato dalla Parola di Dio, dalla
Verità divina che ci parla in questa Parola.
Il problema cruciale, che segna in modo trasversale i dialoghi ecumenici, è
perciò la questione della struttura della rivelazione - la relazione tra Sacra
Scrittura, la Tradizione viva nella Santa Chiesa e il Ministero dei successori
degli Apostoli come testimone della vera fede. E qui è implicita la problema-
tica dell'ecclesiologia che fa parte di questo problema: come arriva la verità di
Dio a noi. Fondamentale, tra l'altro, è qui il discernimento tra la Tradizione
con maiuscola, e le tradizioni. Non vorrei entrare in dettagli, solo un'osser-
vazione. Un importante passo di tale discernimento è stato compiuto nella
preparazione e nell'applicazione dei provvedimenti per gruppi di fedeli pro-
venienti dall'Anglicanesimo, che desiderano entrare nella piena comunione
della Chiesa, nell'unità della comune ed essenziale Tradizione divina, conser-
vando le proprie tradizioni spirituali, liturgiche e pastorali, che sono conformi
alla fede cattolica.5 Esiste, infatti, una ricchezza spirituale nelle diverse Con-
3 Unitatis redintegratio, 8. 4 Gv 17, 21. 5 Cfr Cost. Anglicanorum coetibus, art. III.