dell'alleanza di Dio con il suo popolo. Nel Vangelo, Gesù riprende il cantico di
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- Cathedrali Ecclesiae Baionensi, vacanti post renuntiationem a Summo
Acta Benedicti Pp. XVI 761
realmente nella « larghezza » della sua Parola e cosı̀ aprirci all'orizzonte uni-
versale dell'umanità, quello che ci unisce con tutte le diversità.
Alla fine ritorniamo ancora a un versetto precedente: «Tuus sum ego:
salvum me fac ». Il testo italiano traduce: « Io sono tuo ». La parola di Dio è
come una scala sulla quale possiamo salire e, con Cristo, anche scendere nella
profondità del suo amore. È una scala per arrivare alla Parola nelle parole.
« Io sono tuo ». La parola ha un volto, è persona, Cristo. Prima che noi pos-
siamo dire « Io sono tuo », Egli ci ha già detto « Io sono tuo ». La Lettera agli
Ebrei, citando il Salmo 39, dice: « Un corpo invece mi hai preparato... Allora
ho detto: Ecco, io vengo ». Il Signore si è fatto preparare un corpo per venire.
Con la sua incarnazione ha detto: io sono tuo. E nel Battesimo ha detto a me:
io sono tuo. Nella sacra Eucaristia lo dice sempre di nuovo: io sono tuo,
perché noi possiamo rispondere: Signore, io sono tuo. Nel cammino della
Parola, entrando nel mistero della sua incarnazione, del suo essere con noi,
vogliamo appropriarci del suo essere, vogliamo espropriarci della nostra esi-
stenza, dandoci a Lui che si è dato a noi.
« Io sono tuo ». Preghiamo il Signore di poter imparare con tutta la nostra
esistenza a dire questa parola. Cosı̀ saremo nel cuore della Parola. Cosı̀ saremo
salvi.