dell'alleanza di Dio con il suo popolo. Nel Vangelo, Gesù riprende il cantico di
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- Cathedrali Ecclesiae Baionensi, vacanti post renuntiationem a Summo
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levata a favore delle vittime », concludendo con commozione: «Noi piangiamo
la perdita di un grande servitore della pace ».
Purtroppo il dibattito storico sulla figura del Servo di Dio Pio XII, non
sempre sereno, ha tralasciato di porre in luce tutti gli aspetti del suo polie-
drico pontificato. Tantissimi furono i discorsi, le allocuzioni e i messaggi che
tenne a scienziati, medici, esponenti delle categorie lavorative più diverse,
alcuni dei quali conservano ancora oggi una straordinaria attualità e conti-
nuano ad essere punto di riferimento sicuro. Paolo VI, che fu suo fedele
collaboratore per molti anni, lo descrisse come un erudito, un attento studio-
so, aperto alle moderne vie della ricerca e della cultura, con sempre ferma e
coerente fedeltà sia ai principi della razionalità umana, sia all'intangibile
deposito delle verità della fede. Lo considerava come un precursore del Con-
cilio Vaticano II.10 In questa prospettiva, molti suoi documenti meriterebbe-
ro di essere ricordati, ma mi limito a citarne alcuni. Con l'Enciclica Mystici
Corporis, pubblicata il 29 giugno 1943 mentre ancora infuriava la guerra, egli
descriveva i rapporti spirituali e visibili che uniscono gli uomini al Verbo
incarnato e proponeva di integrare in questa prospettiva tutti i principali
temi dell'ecclesiologia, offrendo per la prima volta una sintesi dogmatica e
teologica che sarebbe stata la base per la Costituzione dogmatica conciliare
Lumen gentium.
Pochi mesi dopo, il 20 settembre 1943, con l'Enciclica Divino afflante
Spiritu stabiliva le norme dottrinali per lo studio della Sacra Scrittura, met-
tendone in rilievo l'importanza e il ruolo nella vita cristiana. Si tratta di un
documento che testimonia una grande apertura alla ricerca scientifica sui
testi biblici. Come non ricordare quest'Enciclica, mentre sono in svolgimento
i lavori del Sinodo che ha come tema proprio «La Parola di Dio nella vita e
nella missione della Chiesa »? Si deve all'intuizione profetica di Pio XII l'avvio
di un serio studio delle caratteristiche della storiografia antica, per meglio
comprendere la natura dei libri sacri, senza indebolirne o negarne il valore
storico. L'approfondimento dei « generi letterari », che intendeva comprendere
meglio quanto l'autore sacro aveva voluto dire, fino al 1943 era stato visto
con qualche sospetto, anche per gli abusi che si erano verificati. L'Enciclica
ne riconosceva la giusta applicazione, dichiarandone legittimo l'uso per lo
studio non solo dell'Antico Testamento, ma anche del Nuovo. « Oggi poi
quest'arte - spiegò il Papa - che suol chiamarsi critica testuale e nelle edi-
10 Cfr Angelus del 10 marzo 1974.