dell'alleanza di Dio con il suo popolo. Nel Vangelo, Gesù riprende il cantico di
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- Cathedrali Ecclesiae Baionensi, vacanti post renuntiationem a Summo
Acta Benedicti Pp. XVI 783
Stato unitario e, dall'altra, la Santa Sede era preoccupata di conservare la
propria indipendenza a garanzia della propria missione universale. Un con-
trasto durato alcuni decenni, che fu causa di sofferenza per coloro che since-
ramente amavano e la Patria e la Chiesa. Mi riferisco alla complessa « que-
stione romana », composta in modo definitivo e irrevocabile da parte della
Santa Sede con la firma dei Patti Lateranensi, l'11 febbraio del 1929. Sul
finire del 1939, a dieci anni dal Trattato Lateranense, avvenne la prima visita
compiuta da un Pontefice al Quirinale dopo il 1870. In quella circostanza, il
mio venerato Predecessore, il Servo di Dio Pio XII, del quale ricordiamo in
questo mese il 50o della morte, cosı̀ ebbe ad esprimersi con immagini quasi
poetiche: « Il Vaticano e il Quirinale, che il Tevere divide, sono riuniti dal
vincolo della pace coi ricordi della religione dei padri e degli avi. Le onde
tiberine hanno travolto e sepolto nei gorghi del Tirreno i torbidi flutti del
passato e fatto rifiorire le sue sponde dei rami d'olivo ».1
Davvero si può oggi affermare con soddisfazione che nella città di Roma
convivono pacificamente e collaborano fruttuosamente lo Stato Italiano e la
Sede Apostolica. Anche questa mia visita sta a confermare che il Quirinale e il
Vaticano non sono colli che si ignorano o si fronteggiano astiosamente; sono
piuttosto luoghi che simboleggiano il vicendevole rispetto della sovranità
dello Stato e della Chiesa, pronti a cooperare insieme per promuovere e ser-
vire il bene integrale della persona umana e il pacifico svolgimento della
convivenza sociale. È questa - mi piace ribadirlo - una positiva realtà veri-
ficabile quasi quotidianamente a diversi livelli, e alla quale anche altri Stati
possono guardare per trarne utili insegnamenti.
Signor Presidente, l'odierna mia visita ha luogo nel giorno in cui l'Italia
celebra con grande solennità il suo speciale Protettore, San Francesco d'As-
sisi. Fra l'altro, proprio a San Francesco Pio XI fece riferimento nell'annun-
ciare la firma dei Patti Lateranensi e soprattutto la costituzione dello Stato
della Città del Vaticano: per quel Pontefice la nuova realtà sovrana era, come
per il Poverello, « quel tanto di corpo che bastava per tenersi unita l'anima ».2
Insieme a Santa Caterina da Siena, San Francesco fu proposto dai Vescovi
italiani e confermato dal Servo di Dio Pio XII come celeste Patrono d'Italia.3
Alla protezione di questo grande santo ed illustre italiano Papa Pacelli volle
affidare le sorti dell'Italia, in un momento in cui minacce di guerra si adden-
1 Discorso del 28 dicembre 1939. 2 Discorso dell'11 febbraio 1929. 3 Cfr Litt. ap. Licet commissa del 18 giugno 1939; AAS XXXI [1939], 256-257.