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dono per l'umanità: dobbiamo perciò far sı̀ che i vantaggi che esse offrono
e diventiamo più plenamente umani. Amare è, infatti, ciò per cui siamo stati
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Congregatio pro Ecclesiis Orientalibus 147
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Congregatio pro Ecclesiis Orientalibus 149
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Congregatio pro Gentium Evangelizatione 155
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NUNTII
I
Pro Tempore Quadragesimali anni 2009.
Cari fratelli e sorelle!
All'inizio della Quaresima, che costituisce un cammino di più intenso
allenamento spirituale, la Liturgia ci ripropone tre pratiche penitenziali
molto care alla tradizione biblica e cristiana - la preghiera, l'elemosina,
il digiuno - per disporci a celebrare meglio la Pasqua e a fare cosı̀ espe-
rienza della potenza di Dio che, come ascolteremo nella Veglia pasquale,
« sconfigge il male, lava le colpe, restituisce l'innocenza ai peccatori, la gioia
agli afflitti. Dissipa l'odio, piega la durezza dei potenti, promuove la con-
cordia e la pace » (Preconio pasquale). Nel consueto mio Messaggio quare-
simale, vorrei soffermarmi quest'anno a riflettere in particolare sul valore e
sul senso del digiuno. La Quaresima infatti richiama alla mente i quaranta
giorni di digiuno vissuti dal Signore nel deserto prima di intraprendere la
sua missione pubblica. Leggiamo nel Vangelo: « Gesù fu condotto dallo
Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato
quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame ».1 Come Mosè prima
di ricevere le Tavole della Legge,2 come Elia prima di incontrare il Signore
sul monte Oreb,3 cosı̀ Gesù pregando e digiunando si preparò alla sua mis-
sione, il cui inizio fu un duro scontro con il tentatore.
Possiamo domandarci quale valore e quale senso abbia per noi cristiani
il privarci di un qualcosa che sarebbe in se stesso buono e utile per il nostro
sostentamento. Le Sacre Scritture e tutta la tradizione cristiana insegnano
che il digiuno è di grande aiuto per evitare il peccato e tutto ciò che ad esso
induce. Per questo nella storia della salvezza ricorre più volte l'invito a
digiunare. Già nelle prime pagine della Sacra Scrittura il Signore comanda
all'uomo di astenersi dal consumare il frutto proibito: « Tu potrai mangiare
di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del
male non devi mangiare perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certa-
1 Mt 4, 1-2. 2 Cfr. Es 34, 28. 3 Cfr. 1 Re 19, 8.