ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 dono per l'umanità: dobbiamo perciò far sı̀ che i vantaggi che esse offrono

 e diventiamo più plenamente umani. Amare è, infatti, ciò per cui siamo stati

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 Acta Benedicti Pp. XVI 143

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 Secretaria Status 145

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 Congregatio pro Ecclesiis Orientalibus 147

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 Congregatio pro Ecclesiis Orientalibus 149

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale150

 Congregatio pro Episcopis 151

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale152

 Congregatio pro Episcopis 153

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale154

 Congregatio pro Gentium Evangelizatione 155

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale156

 Congregatio pro Gentium Evangelizatione 157

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale158

 Diarium Romanae Curiae 159

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Adamo », ed aprire nel cuore del credente la strada a Dio. Il digiuno è

inoltre una pratica ricorrente e raccomandata dai santi di ogni epoca.

Scrive san Pietro Crisologo: « Il digiuno è l'anima della preghiera e la mi-

sericordia la vita del digiuno, perciò chi prega digiuni. Chi digiuna abbia

misericordia. Chi nel domandare desidera di essere esaudito, esaudisca chi

gli rivolge domanda. Chi vuol trovare aperto verso di sé il cuore di Dio non

chiuda il suo a chi lo supplica ».12

Ai nostri giorni, la pratica del digiuno pare aver perso un po' della sua

valenza spirituale e aver acquistato piuttosto, in una cultura segnata dalla

ricerca del benessere materiale, il valore di una misura terapeutica per la

cura del proprio corpo. Digiunare giova certamente al benessere fisico, ma

per i credenti è in primo luogo una « terapia » per curare tutto ciò che

impedisce loro di conformare se stessi alla volontà di Dio. Nella Costitu-

zione apostolica Pænitemini del 1966, il Servo di Dio Paolo VI ravvisava la

necessità di collocare il digiuno nel contesto della chiamata di ogni cristia-

no a « non più vivere per se stesso, ma per colui che lo amò e diede se stesso

per lui, e ... anche a vivere per i fratelli ».13 La Quaresima potrebbe essere

un'occasione opportuna per riprendere le norme contenute nella citata

Costituzione apostolica, valorizzando il significato autentico e perenne di

quest'antica pratica penitenziale, che può aiutarci a mortificare il nostro

egoismo e ad aprire il cuore all'amore di Dio e del prossimo, primo e sommo

comandamento della nuova Legge e compendio di tutto il Vangelo.14

La fedele pratica del digiuno contribuisce inoltre a conferire unità alla

persona, corpo ed anima, aiutandola ad evitare il peccato e a crescere

nell'intimità con il Signore. Sant'Agostino, che ben conosceva le proprie

inclinazioni negative e le definiva « nodo tortuoso e aggrovigliato »,15 nel suo

trattato L'utilità del digiuno, scriveva: « Mi dò certo un supplizio, ma per-

ché Egli mi perdoni; da me stesso mi castigo perché Egli mi aiuti, per

piacere ai suoi occhi, per arrivare al diletto della sua dolcezza ».16 Privarsi

del cibo materiale che nutre il corpo facilita un'interiore disposizione ad

ascoltare Cristo e a nutrirsi della sua parola di salvezza. Con il digiuno e la

12 Sermo 43: PL 52, 320. 332. 13 Cap. I. 14 Cfr. Mt 22, 34-40 15 Confessioni, II, 10. 18. 16 Sermo 400, 3: PL 40, 708.