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Postquam « bonum certamen certavit et cursum consummavit » (cfr 2 Tim
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fece sı̀ che i fedeli cominciassero ad imitarlo, recandovisi per visitare Gesù, e
fossero, al tempo stesso, sicuri di trovarvi il loro parroco, disponibile all'a-
scolto e al perdono. In seguito, fu la folla crescente dei penitenti, provenienti
da tutta la Francia, a trattenerlo nel confessionale fino a 16 ore al giorno. Si
diceva allora che Ars era diventata « il grande ospedale delle anime ».20 « La
grazia che egli otteneva [per la conversione dei peccatori] era sı̀ forte che essa
andava a cercarli senza lasciar loro un momento di tregua! », dice il primo
biografo.21 Il Santo Curato non la pensava diversamente, quando diceva:
« Non è il peccatore che ritorna a Dio per domandargli perdono, ma è Dio
stesso che corre dietro al peccatore e lo fa tornare a Lui ».22 « Questo buon
Salvatore è cosı̀ colmo d'amore che ci cerca dappertutto ».23
Tutti noi sacerdoti dovremmo sentire che ci riguardano personalmente
quelle parole che egli metteva in bocca a Cristo: « Incaricherò i miei ministri
di annunciare ai peccatori che sono sempre pronto a riceverli, che la mia
misericordia è infinita ».24 Dal Santo Curato d'Ars noi sacerdoti possiamo
imparare non solo un'inesauribile fiducia nel sacramento della Penitenza
che ci spinga a rimetterlo al centro delle nostre preoccupazioni pastorali,
ma anche il metodo del « dialogo di salvezza » che in esso si deve svolgere.
Il Curato d'Ars aveva una maniera diversa di atteggiarsi con i vari penitenti.
Chi veniva al suo confessionale attratto da un intimo e umile bisogno del
perdono di Dio, trovava in lui l'incoraggiamento ad immergersi nel « torrente
della divina misericordia » che trascina via tutto nel suo impeto. E se qual-
cuno era afflitto al pensiero della propria debolezza e incostanza, timoroso di
future ricadute, il Curato gli rivelava il segreto di Dio con un'espressione di
toccante bellezza: « Il buon Dio sa tutto. Prima ancora che voi vi confessiate,
sa già che peccherete ancora e tuttavia vi perdona. Come è grande l'amore del
nostro Dio che si spinge fino a dimenticare volontariamente l'avvenire, pur di
perdonarci! ».25 A chi, invece, si accusava in maniera tiepida e quasi indiffe-
rente, offriva, attraverso le sue stesse lacrime, la seria e sofferta evidenza di
quanto quell'atteggiamento fosse « abominevole »: « Piango perché voi non
piangete »,26 diceva. « Se almeno il Signore non fosse cosı̀ buono! Ma è cosı̀
buono! Bisogna essere barbari a comportarsi cosı̀ davanti a un Padre cosı̀
20 Monnin A., o.c., II, p. 293. 21 Ibid., II, p. 10. 22 Nodet, p. 128. 23 Ibid., p. 50. 24 Ibid., p. 131. 25 Ibid., p. 130. 26 Ibid., p. 27.