ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 Acta Benedicti Pp. XVI 597

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale598

 Acta Benedicti Pp. XVI 599

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale602

 Acta Benedicti Pp. XVI 603

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 Congregatio de Causis Sanctorum 605

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale606

 Congregatio de Causis Sanctorum 607

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale608

 Congregatio de Causis Sanctorum 609

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale610

 Congregatio de Causis Sanctorum 611

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 Congregatio de Causis Sanctorum 613

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 Congregatio de Causis Sanctorum 615

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 Congregatio de Causis Sanctorum 617

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 Congregatio de Causis Sanctorum 619

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 Congregatio de Causis Sanctorum 621

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 Congregatio de Causis Sanctorum 623

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 Postquam « bonum certamen certavit et cursum consummavit » (cfr 2 Tim

 PORTALEGREN. IN BRASILIA

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 Congregatio de Causis Sanctorum 629

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 Congregatio de Causis Sanctorum 631

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale632

 Congregatio de Causis Sanctorum 633

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 Congregatio de Causis Sanctorum 635

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 Diarium Romanae Curiae 639

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Acta Benedicti Pp. XVI 577

che si rivolgevano a lui diceva contento: « Oggi sono povero come voi, sono

uno dei vostri ».39 Cosı̀, alla fine della vita, poté affermare con assoluta sere-

nità: « Non ho più niente. Il buon Dio ora può chiamarmi quando vuole! ».40

Anche la sua castità era quella richiesta a un prete per il suo ministero. Si può

dire che era la castità conveniente a chi deve toccare abitualmente l'Eucari-

stia e abitualmente la guarda con tutto il trasporto del cuore e con lo stesso

trasporto la dona ai suoi fedeli. Dicevano di lui che « la castità brillava nel suo

sguardo », e i fedeli se ne accorgevano quando egli si volgeva a guardare il

tabernacolo con gli occhi di un innamorato.41 Anche l'obbedienza di san

Giovanni Maria Vianney fu tutta incarnata nella sofferta adesione alle quo-

tidiane esigenze del suo ministero. È noto quanto egli fosse tormentato dal

pensiero della propria inadeguatezza al ministero parrocchiale e dal desiderio

di fuggire « a piangere la sua povera vita, in solitudine ».42 Solo l'obbedienza e

la passione per le anime riuscivano a convincerlo a restare al suo posto. A se

stesso e ai suoi fedeli spiegava: « Non ci sono due maniere buone di servire

Dio. Ce n'è una sola: servirlo come lui vuole essere servito ».43 La regola d'oro

per una vita obbediente gli sembrava questa: « Fare solo ciò che può essere

offerto al buon Dio ».44

Nel contesto della spiritualità alimentata dalla pratica dei consigli evan-

gelici, mi è caro rivolgere ai sacerdoti, in quest'Anno a loro dedicato, un

particolare invito a saper cogliere la nuova primavera che lo Spirito sta

suscitando ai giorni nostri nella Chiesa, non per ultimo attraverso i Movi-

menti ecclesiali e le nuove Comunità. « Lo Spirito nei suoi doni è multiforme...

Egli soffia dove vuole. Lo fa in modo inaspettato, in luoghi inaspettati e in

forme prima non immaginate... ma ci dimostra anche che Egli opera in vista

dell'unico Corpo e nell'unità dell'unico Corpo ».45 A questo proposito, vale

l'indicazione del Decreto Presbyterorum ordinis: « Sapendo discernere quali

spiriti abbiano origine da Dio, (i presbiteri) devono scoprire con senso di fede

i carismi, sia umili che eccelsi, che sotto molteplici forme sono concessi ai laici,

devono ammetterli con gioia e fomentarli con diligenza ».46 Tali doni che

spingono non pochi a una vita spirituale più elevata, possono giovare non

39 Ibid., p. 216. 40 Ibid., p. 214. 41 Cfr. Ibid., p. 112. 42 Cfr. Ibid., pp. 82-84; 102-103. 43 Ibid., p. 75. 44 Ibid., p. 76. 45 Benedetto XVI, Omelia nella Veglia di Pentecoste, 3-6-2006. 46 N. 9.