Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale570
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale572
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale574
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Congregatio de Causis Sanctorum 605
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Congregatio de Causis Sanctorum 607
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Postquam « bonum certamen certavit et cursum consummavit » (cfr 2 Tim
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Acta Benedicti Pp. XVI 581
venuto, che anzi in seguito trasgredı̀ molto spesso, adattando al suo cuore di
pietra la Legge che avrebbe dovuto insegnargli la via della vita. Il Signore
però non venne meno alla sua promessa e, attraverso i profeti, si preoccupò di
richiamare la dimensione interiore dell'alleanza, ed annunciò che ne avrebbe
scritta una nuova nei cuori dei suoi fedeli,4 trasformandoli con il dono dello
Spirito.5 E fu durante l'Ultima Cena che strinse con i discepoli e con l'uma-
nità questa nuova alleanza, confermandola non con sacrifici di animali come
avveniva in passato, bensı̀ con il suo sangue, divenuto « sangue della nuova
alleanza ». La fondò quindi sulla propria obbedienza, più forte, come ho detto,
di tutti i nostri peccati.
Questo viene ben evidenziato nella seconda lettura, tratta dalla Lettera
agli Ebrei, dove l'autore sacro dichiara che Gesù è «mediatore di una alleanza
nuova ».6 Lo è diventato grazie al suo sangue o, più esattamente, grazie al
dono di se stesso, che dà pieno valore allo spargimento del suo sangue. Sulla
croce, Gesù è al tempo stesso vittima e sacerdote: vittima degna di Dio perché
senza macchia, e sommo sacerdote che offre se stesso, sotto l'impulso dello
Spirito Santo, ed intercede per l'intera umanità. La Croce è pertanto mistero
di amore e di salvezza, che ci purifica - come dice la Lettera agli Ebrei -
dalle « opere morte », cioè dai peccati, e ci santifica scolpendo l'alleanza nuova
nel nostro cuore; l'Eucaristia, rendendo presente il sacrificio della Croce, ci
rende capaci di vivere fedelmente la comunione con Dio.
Cari fratelli e sorelle - che saluto tutti con affetto ad iniziare dal Cardi-
nale Vicario e dagli altri Cardinali e Vescovi presenti - come il popolo eletto
riunito nell'assemblea del Sinai, anche noi questa sera vogliamo ribadire la
nostra fedeltà al Signore. Qualche giorno fa, aprendo l'annuale convegno
diocesano, ho richiamato l'importanza di restare, come Chiesa, in ascolto
della Parola di Dio nella preghiera e scrutando le Scritture, specialmente
con la pratica della lectio divina, cioè della lettura meditata e adorante della
Bibbia. So che tante iniziative sono state promosse al riguardo nelle parroc-
chie, nei seminari, nelle comunità religiose, all'interno delle confraternite,
delle associazioni e dei movimenti apostolici, che arricchiscono la nostra co-
munità diocesana. Ai membri di questi molteplici organismi ecclesiali rivolgo
il mio fraterno saluto. La vostra numerosa presenza a questa celebrazione,
cari amici, pone in luce che la nostra comunità, caratterizzata da una plura-
lità di culture e di esperienze diverse, Dio la plasma come « suo » popolo, come
4 Cfr. Ger 31, 33. 5 Cfr. Ez 36, 25-27. 6 9, 15.