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Postquam « bonum certamen certavit et cursum consummavit » (cfr 2 Tim
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titudine. « Più li chiamavo - è costretto a constatare il Signore -, più si
allontanavano da me ».2 Tuttavia Egli mai abbandona Israele nelle mani dei
nemici, perché « il mio cuore - osserva il Creatore dell'universo - si com-
muove dentro di me, il mio intimo freme di compassione ».3
Il cuore di Dio freme di compassione! Nell'odierna solennità del Sacratissimo
Cuore di Gesù, la Chiesa offre alla nostra contemplazione questo mistero, il
mistero del cuore di un Dio che si commuove e riversa tutto il suo amore
sull'umanità. Un amore misterioso, che nei testi del Nuovo Testamento ci viene
rivelato come incommensurabile passione di Dio per l'uomo. Egli non si arrende
dinanzi all'ingratitudine e nemmeno davanti al rifiuto del popolo che si è scelto;
anzi, con infinita misericordia, invia nel mondo l'Unigenito suo Figlio perché
prenda su di sé il destino dell'amore distrutto; perché, sconfiggendo il potere del
male e della morte, possa restituire dignità di figli agli esseri umani resi schiavi
dal peccato. Tutto questo a caro prezzo: il Figlio Unigenito del Padre si immola
sulla croce: «Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine ».4
Simbolo di tale amore che va oltre la morte è il suo fianco squarciato da una
lancia. A tale riguardo, il testimone oculare, l'apostolo Giovanni, afferma: «Uno
dei soldati con una lancia gli colpı̀ il fianco, e subito ne uscı̀ sangue ed acqua ».5
Cari fratelli e sorelle, grazie perché, rispondendo al mio invito, siete venuti
numerosi a questa celebrazione con cui entriamo nell'Anno Sacerdotale. Saluto i
Signori Cardinali e i Vescovi, in particolare il Cardinale Prefetto e il Segretario
della Congregazione per il Clero con i loro collaboratori, ed il Vescovo di Ars.
Saluto i sacerdoti e i seminaristi dei vari seminari e collegi di Roma; i religiosi e le
religiose e tutti i fedeli. Un saluto speciale rivolgo a Sua Beatitudine Ignace
Youssef Younan, Patriarca di Antiochia dei Siri, venuto a Roma per incontrarmi
e significare pubblicamente l'« ecclesiastica communio » che gli ho concesso.
Cari fratelli e sorelle, fermiamoci insieme a contemplare il Cuore trafitto del
Crocifisso. Abbiamo ascoltato ancora una volta, poco fa, nella breve lettura
tratta dalla Lettera di san Paolo agli Efesini, che «Dio, ricco di misericordia,
per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe,
ci ha fatti rivivere con Cristo... Con lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere
nei cieli, in Cristo Gesù ».6 Essere in Cristo Gesù è già sedere nei cieli. Nel Cuore
di Gesù è espresso il nucleo essenziale del cristianesimo; in Cristo ci è stata
rivelata e donata tutta la novità rivoluzionaria del Vangelo: l'Amore che ci
2 v. 2. 3 v. 8. 4 Cfr. Gv 13, 1. 5 Cfr. Gv 19, 34. 6 Ef 2, 4-6.