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Postquam « bonum certamen certavit et cursum consummavit » (cfr 2 Tim
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Acta Benedicti Pp. XVI 585
salva e ci fa vivere già nell'eternità di Dio. Scrive l'evangelista Giovanni: «Dio
infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio Unigenito, perché chiun-
que crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna ».7 Il suo Cuore divino
chiama allora il nostro cuore; ci invita ad uscire da noi stessi, ad abbandonare le
nostre sicurezze umane per fidarci di Lui e, seguendo il suo esempio, a fare di noi
stessi un dono di amore senza riserve.
Se è vero che l'invito di Gesù a « rimanere nel suo amore » 8 è per ogni
battezzato, nella festa del Sacro Cuore di Gesù, Giornata di santificazione sa-
cerdotale, tale invito risuona con maggiore forza per noi sacerdoti, in particolare
questa sera, solenne inizio dell'Anno Sacerdotale, da me voluto in occasione del
150o anniversario della morte del Santo Curato d'Ars. Mi viene subito alla
mente una sua bella e commovente affermazione, riportata nel Catechismo della
Chiesa Cattolica: « Il sacerdozio è l'amore del Cuore di Gesù ».9 Come non ricor-
dare con commozione che direttamente da questo Cuore è scaturito il dono del
nostro ministero sacerdotale? Come dimenticare che noi presbiteri siamo stati
consacrati per servire, umilmente e autorevolmente, il sacerdozio comune dei
fedeli? La nostra è una missione indispensabile per la Chiesa e per il mondo, che
domanda fedeltà piena a Cristo ed incessante unione con Lui; questo rimanere
nel suo amore esige cioè che tendiamo costantemente alla santità, a questo
rimanere come ha fatto san Giovanni Maria Vianney. Nella Lettera a voi indi-
rizzata per questo speciale anno giubilare, cari fratelli sacerdoti, ho voluto porre
in luce alcuni aspetti qualificanti del nostro ministero, facendo riferimento
all'esempio e all'insegnamento del Santo Curato di Ars, modello e protettore
di tutti noi sacerdoti, e in particolare dei parroci. Che questo mio scritto vi sia di
aiuto e di incoraggiamento a fare di questo anno un'occasione propizia per
crescere nell'intimità con Gesù, che conta su di noi, suoi ministri, per diffondere
e consolidare il suo Regno, per diffondere il suo amore, la sua verità. E pertanto,
« sull'esempio del Santo Curato d'Ars - cosı̀ concludevo la mia Lettera -
lasciatevi conquistare da Lui e sarete anche voi, nel mondo di oggi, messaggeri
di speranza, di riconciliazione, di pace ».
Lasciarsi conquistare pienamente da Cristo! Questo è stato lo scopo di
tutta la vita di san Paolo, al quale abbiamo rivolto la nostra attenzione
durante l'Anno Paolino che si avvia ormai verso la sua conclusione; questa
è stata la meta di tutto il ministero del Santo Curato d'Ars, che invocheremo
particolarmente durante l'Anno Sacerdotale; questo sia anche l'obiettivo
7 3, 16. 8 Cfr. Gv 15, 9. 9 N. 1589.