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Postquam « bonum certamen certavit et cursum consummavit » (cfr 2 Tim
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Acta Benedicti Pp. XVI 595
visibile quando guardiamo a Dio. E Dio si rende visibile a noi nel volto di
Gesù Cristo. Guardando a Cristo riconosciamo un'ulteriore cosa: verità e
carità sono inseparabili. In Dio, ambedue sono inscindibilmente una cosa
sola: è proprio questa l'essenza di Dio. Per questo, per i cristiani verità e
carità vanno insieme. La carità è la prova della verità. Sempre di nuovo
dovremo essere misurati secondo questo criterio, che la verità diventi carità
e la carità ci renda veritieri.
Ancora un altro pensiero importante appare nel versetto di san Paolo.
L'Apostolo ci dice che, agendo secondo verità nella carità, noi contribuiamo a
far sı̀ che il tutto (ta pánta) - l'universo - cresca tendendo a Cristo. Paolo,
in base alla sua fede, non s'interessa soltanto della nostra personale rettitu-
dine e non soltanto della crescita della Chiesa. Egli s'interessa dell'universo:
ta pánta. Lo scopo ultimo dell'opera di Cristo è l'universo - la trasformazio-
ne dell'universo, di tutto il mondo umano, dell'intera creazione. Chi insieme
con Cristo serve la verità nella carità, contribuisce al vero progresso del
mondo. Sı̀, è qui del tutto chiaro che Paolo conosce l'idea di progresso. Cristo,
il suo vivere, soffrire e risorgere è stato il vero grande salto del progresso per
l'umanità, per il mondo. Ora, però, l'universo deve crescere in vista di Lui.
Dove aumenta la presenza di Cristo, là c'è il vero progresso del mondo. Là
l'uomo diventa nuovo e cosı̀ diventa nuovo il mondo.
La stessa cosa Paolo ci rende evidente ancora a partire da un'altra ango-
latura. Nel terzo capitolo della Lettera agli Efesini egli ci parla della necessità
di essere « rafforzati nell'uomo interiore ».6 Con ciò riprende un argomento che
prima, in una situazione di tribolazione, aveva trattato nella Seconda Lettera
ai Corinzi: « Se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore
invece si rinnova di giorno in giorno ».7 L'uomo interiore deve rafforzarsi - è
un imperativo molto appropriato per il nostro tempo in cui gli uomini cosı̀
spesso restano interiormente vuoti e pertanto devono aggrapparsi a promesse
e narcotici, che poi hanno come conseguenza un ulteriore crescita del senso di
vuoto nel loro intimo. Il vuoto interiore - la debolezza dell'uomo interiore -
è uno dei grandi problemi del nostro tempo. Deve essere rafforzata l'interio-
rità - la percettività del cuore; la capacità di vedere e comprendere il mondo
e l'uomo dal di dentro, con il cuore. Noi abbiamo bisogno di una ragione
illuminata dal cuore, per imparare ad agire secondo la verità nella carità.
Questo, tuttavia, non si realizza senza un intimo rapporto con Dio, senza la
vita di preghiera. Abbiamo bisogno dell'incontro con Dio, che ci vien dato nei
6 3, 16. 7 4, 16.