tula ad Hebraeos cum « plenitudine fidei » (10, 22) arte coniungit « spei con-
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fisicamente con noi, ma sono a noi idealmente uniti. La celebrazione del
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Congregatio pro Episcopis 1071
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Paenitentiaria Apostolica 1073
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Paenitentiaria Apostolica 1075
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La fede robusta di Giovanni e la sua abilità nel predicare gli diedero la
possibilità di pacificare gli Antiocheni quando, agli inizi del suo presbiterato,
l'Imperatore aumentò la pressione fiscale sulla città provocando un tumulto
durante il quale alcuni monumenti pubblici furono distrutti. Dopo il tumulto
la gente, temendo la collera dell'Imperatore, si era radunata in chiesa, desi-
derosa di ascoltare da Giovanni parole di speranza cristiana e di consolazione:
« Se non saremo noi a consolarvi, dove mai potrete trovare consolazione? »,
egli disse loro.16 Nelle sue prediche lungo la quaresima di quell'anno, Giovanni
passò in rassegna gli eventi connessi con l'insurrezione e ricordò ai suoi udi-
tori gli atteggiamenti che devono caratterizzare l'impegno civico dei cristia-
ni,17 in particolare il rifiuto di mezzi violenti nella promozione di cambiamenti
politici e sociali.18 In questa prospettiva esortava i fedeli ricchi a praticare la
carità verso i poveri, per costruire una città più giusta e, allo stesso tempo,
raccomandava che i più istruiti accettassero di fare da maestri e che tutti i
cristiani si riunissero nelle chiese per imparare a portare gli uni i pesi degli
altri.19 All'occasione sapeva anche consolare i suoi ascoltatori rinvigorendone
la speranza e incoraggiandoli ad aver fiducia in Dio, sia per la salvezza
temporale che per quella eterna,20 giacché « la tribolazione produce la pazien-
za, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza » (Rm 5, 3-4).21
Dopo aver servito la chiesa antiochena come presbitero e predicatore per
dodici anni, Giovanni fu consacrato Vescovo di Costantinopoli nel 398, e lı̀
rimase per cinque anni e mezzo. In quella funzione, egli si occupò della
riforma del clero, spronando i presbiteri, sia con le parole che con l'esempio,
a vivere in conformità con il Vangelo.22 Sostenne i monaci che vivevano in
città e si prese cura delle loro necessità materiali, ma cercò anche di riformare
la loro vita, sottolineando che essi si erano proposti di dedicarsi esclusiva-
mente alla preghiera e ad una vita ritirata.23 Attento a rifuggire ogni osten-
16 Cfr Johannes Chrysostomus, Ad populum Antiochenum 6, 1 (PG 49, 81). 17 Cfr Johannes Chrysostomus, Ad populum Antiochenum 2-21 (PG 49, 33-222); id., Ad
illuminandos catecheses, 2 (PG 49, 231-240). 18 Cfr Johannes Chrysostomus, Ad populum Antiochenum 2, 1-3 (PG 49, 33-38). 19 Cfr Johannes Chrysostomus, Ad populum Antiochenum 2, 5; 12, 2; 17, 2 (PG 49, 40. 129.
180). 20 Cfr Johannes Chrysostomus, Ad populum Antiochenum 3, 2; 16, 5 (PG 49, 49-50; 168-169). 21 Cfr Johannes Chrysostomus, Ad populum Antiochenum 4, 1 (PG 49, 62), citando Rom 5, 4. 22 Cfr Socrates, Historia ecclesiastica 6, 4 (GCS, n. f. 1, 315-316); Sozomenus, Historia eccle-
siastica 8, 3 (GCS 50, 352-353); Palladius, Dialogus de vita Joannis Chrysostomi 5 (SCh 341, 112). 23 Cfr Johannes Chrysostomus, De Lazaro 3, 1 (PG 48, 932).