tula ad Hebraeos cum « plenitudine fidei » (10, 22) arte coniungit « spei con-
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fisicamente con noi, ma sono a noi idealmente uniti. La celebrazione del
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anche lo stesso amore, cosı̀ da diventare anche sotto questo aspetto una cosa
sola? ».58
La fede del Crisostomo nel mistero d'amore che lega i credenti a Cristo e
tra di loro lo condusse ad esprimere una profonda venerazione per l'Eucari-
stia, una venerazione che alimentò particolarmente nella celebrazione della
Divina Liturgia. Una delle più ricche espressioni della Liturgia orientale
porta appunto il suo nome: « La Divina Liturgia di San Giovanni Crisosto-
mo ». Giovanni capiva che la Divina Liturgia pone spiritualmente il credente
tra la vita terrena e le realtà celesti che gli sono state promesse dal Signore.
Egli esprimeva a Basilio Magno il suo timore reverenziale nel celebrare i sacri
misteri con queste parole: « Quando tu vedi il Signore immolato giacere sul-
l'altare e il sacerdote che, stando in piedi, prega sulla vittima... puoi ancora
pensare di essere tra gli uomini, di stare sulla terra? Non sei, al contrario,
subito trasportato in cielo? ». I sacri riti, dice Giovanni, « non sono solo me-
ravigliosi da vedere, ma straordinari per il timore riverenziale che suscitano.
Lı̀ sta in piedi il sacerdote... che fa scendere lo Spirito Santo, egli prega a
lungo che la grazia che scende sul sacrificio possa in quel luogo illuminare le
menti di tutti e renderle più splendide dell'argento purificato nel fuoco. Chi
può disprezzare questo venerando mistero? ».59
Con grande profondità il Crisostomo sviluppa la riflessione sugli effetti
della comunione sacramentale nei credenti: « Il sangue di Cristo rinnova in noi
l'immagine del nostro Re, produce una bellezza indicibile e non permette che
sia distrutta la nobiltà delle nostre anime, ma di continuo la irriga e la
nutre ».60 Per questo Giovanni spesso e insistentemente esorta i fedeli ad
accostarsi degnamente all'altare del Signore, « non con leggerezza ... non
per abitudine e formalità », ma con « sincerità e purezza di spirito ».61 Egli
ripete instancabilmente che la preparazione alla Santa Comunione deve in-
cludere il pentimento dei peccati e la gratitudine per il sacrifico compiuto da
Cristo per la nostra salvezza. Pertanto egli esorta i fedeli a partecipare pie-
namente e devotamente ai riti della Divina Liturgia e a ricevere con le stesse
58 Cfr Johannes Chrysostomus, In epistulam I ad Corinthos 24, 2 (PG 61, 200). 59 Cfr Johannes Chrysostomus, De sacerdotio 3, 4 (SCh 272, 142-146). Cfr Benedictus XVI,
Sacramentum caritatis, n. 13, 22 febbraio 2007. 60 Cfr Johannes Chrysostomus, In Ioannem 46, 3 (PG 63, 261). 61 Cfr Johannes Chrysostomus, In epistulam ad Ephesios 3, 4 (PG 62, 28). Cfr id., In epistu-
lam I ad Corinthos 24 (PG 61, 197-206); id., In epistulam I ad Corinthos 27, 4 (PG 61, 229-230); id.,
In epistulam I ad Timotheum 15, 4 (PG 62, 583-586); id., In Matthaeum 82, 6 (PG 58, 744-746).