tula ad Hebraeos cum « plenitudine fidei » (10, 22) arte coniungit « spei con-
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fisicamente con noi, ma sono a noi idealmente uniti. La celebrazione del
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Paenitentiaria Apostolica 1073
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ché sebbene il Signore Gesù fosse in croce, tuttavia splendeva dall'alto della
croce con una maestà regale ».3
La scena della crocifissione, nei quattro Vangeli, costituisce il momento
della verità, in cui si squarcia il « velo del tempio » e appare il Santo dei Santi.
In Gesù crocifisso avviene la massima rivelazione di Dio possibile in questo
mondo, perché Dio è amore, e la morte in croce di Gesù è il più grande atto
d'amore di tutta la storia. Ebbene, sull'anello cardinalizio, che tra poco con-
segnerò ai nuovi membri del sacro Collegio, è raffigurata proprio la crocifis-
sione. Questo, cari Fratelli neo-Cardinali, sarà sempre per voi un invito a
ricordare di quale Re siete servitori, su quale trono Egli è stato innalzato e
come è stato fedele fino alla fine per vincere il peccato e la morte con la forza
della divina misericordia. La madre Chiesa, sposa di Cristo, vi dona questa
insegna come memoria del suo Sposo, che l'ha amata e ha consegnato se
stesso per lei (cfr Ef 5, 25). Cosı̀, portando l'anello cardinalizio, voi siete
costantemente richiamati a dare la vita per la Chiesa.
Se volgiamo adesso lo sguardo alla scena dell'unzione regale di Davide,
presentata dalla prima Lettura, ci colpisce un aspetto importante della rega-
lità, cioè la sua dimensione « corporativa ». Gli anziani d'Israele vanno ad
Ebron, stringono un patto di alleanza con Davide, dichiarando di conside-
rarsi uniti a lui e di voler formare con lui una cosa sola. Se riferiamo questa
figura a Cristo, mi sembra che questa stessa professione di alleanza si presti
molto bene ad esser fatta propria da voi, cari Fratelli Cardinali. Anche voi,
che formate il « senato » della Chiesa, potete dire a Gesù: « Noi ci consideriamo
come tue ossa e tua carne » (2 Sam 5, 1). Apparteniamo a Te, e con Te
vogliamo formare una cosa sola. Sei Tu il pastore del Popolo di Dio, Tu sei
il capo della Chiesa (cfr 2 Sam 5, 2). In questa solenne Celebrazione eucari-
stica vogliamo rinnovare il nostro patto con Te, la nostra amicizia, perché
solo in questa relazione intima e profonda con Te, Gesù nostro Re e Signore,
assumono senso e valore la dignità che ci è stata conferita e la responsabilità
che essa comporta.
Ci resta ora da ammirare la terza parte del « trittico » che la Parola di Dio
ci pone dinanzi: l'inno cristologico della Lettera ai Colossesi. Anzitutto, fac-
ciamo nostro il sentimento di gioia e di gratitudine da cui esso scaturisce, per
il fatto che il regno di Cristo, la « sorte dei santi nella luce », non è qualcosa di
3 Ivi, 10, 113.