tula ad Hebraeos cum « plenitudine fidei » (10, 22) arte coniungit « spei con-
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fisicamente con noi, ma sono a noi idealmente uniti. La celebrazione del
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Congregatio pro Episcopis 1071
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Paenitentiaria Apostolica 1073
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Paenitentiaria Apostolica 1075
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na di Roma e, in particolare, a coloro che, come voi, sono a diretto contatto
con la sofferenza e la malattia, perché proprio soffrendo, come malati abbia-
mo bisogno della speranza, della certezza che c'è un Dio che non ci abbando-
na, che ci tiene per mano e ci accompagna con amore. È un testo che vi invito
ad approfondire, per trovarvi le ragioni di quella « speranza affidabile, in
virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro presente: ... anche un
presente faticoso ».2
Cari fratelli e sorelle, « il Dio della speranza che ci riempie di ogni gioia e
pace nella fede per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi! ». Con
quest'augurio che il sacerdote rivolge all'assemblea all'inizio della Santa Mes-
sa, vi saluto cordialmente. Saluto, in primo luogo, il Cardinale Vicario Camil-
lo Ruini e il Cardinale Pio Laghi, Patrono del Sovrano Militare Ordine di
Malta, i Presuli e i sacerdoti presenti, i cappellani e le suore che qui prestano il
loro servizio. Saluto con deferenza Sua Altezza Eminentissima Frà Andrew
Bertie, Principe e Gran maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta, che
ringrazio per i sentimenti espressi a nome della Direzione, del personale am-
ministrativo, sanitario e infermieristico e di quanti prestano in diversi modi
la loro opera nell'ospedale. Estendo il mio saluto alle distinte Autorità, con
un particolare pensiero per il Dirigente sanitario, come anche per il Rappre-
sentante dei malati, ai quali va il mio ringraziamento per le parole che mi
hanno rivolto all'inizio della Celebrazione.
Ma il saluto più affettuoso è per voi, cari malati e per i vostri familiari, che
con voi condividono ansie e speranze. Il Papa vi è spiritualmente vicino e vi
assicura la sua quotidiana preghiera; vi invita a trovare in Gesù sostegno e
conforto e a non perdere mai la fiducia. La liturgia dell'Avvento ci ripeterà
lungo le prossime settimane di non stancarci d'invocarlo; ci esorterà ad an-
dargli incontro, sapendo che Egli stesso costantemente viene a visitarci. Nella
prova e nella malattia Dio ci visita misteriosamente e, se ci abbandoniamo
alla sua volontà, possiamo sperimentare la potenza del suo amore. Gli ospe-
dali e le case di cura, proprio perché abitati da persone provate dal dolore,
possono diventare luoghi privilegiati dove testimoniare l'amore cristiano che
alimenta la speranza e suscita propositi di fraterna solidarietà. Nella Colletta
abbiamo cosı̀ pregato: « O Dio, suscita in noi la volontà di andare incontro con
le buone opere al tuo Cristo che viene ». Sı̀! Apriamo il cuore ad ogni persona,
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