tula ad Hebraeos cum « plenitudine fidei » (10, 22) arte coniungit « spei con-
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fisicamente con noi, ma sono a noi idealmente uniti. La celebrazione del
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specialmente se in difficoltà, perché facendo del bene a quanti sono nel biso-
gno ci disponiamo ad accogliere Gesù che in essi viene a visitarci.
È quanto voi, cari fratelli e sorelle, cercate di fare in quest'ospedale dove
al centro delle preoccupazioni di tutti sta l'accoglienza amorevole e qualifi-
cata dei pazienti, la tutela della loro dignità e l'impegno a migliorarne la
qualità della vita. La Chiesa, attraverso i secoli, si è resa particolarmente
« prossima » a coloro che soffrono. Di questo spirito s'è fatto partecipe il
vostro benemerito Sovrano Militare Ordine di Malta, che fin dagli inizi si è
dedicato all'assistenza dei pellegrini in Terra Santa mediante un Ospizio-
Infermeria. Mentre perseguiva il fine della difesa della cristianità, il Sovrano
Ordine di Malta si prodigava nel curare i malati, specialmente quelli poveri ed
emarginati. Testimonianza di quest'amore fraterno è anche quest'ospedale
che, sorto intorno agli anni 70 del secolo scorso, è diventato oggi un presidio
di alto livello tecnologico e una casa di solidarietà, dove accanto al personale
sanitario operano con generosa dedizione numerosi volontari.
Cari Cavalieri del Sovrano Militare Ordine di Malta, cari medici, infermie-
ri e quanti qui lavorate, voi tutti siete chiamati a rendere un importante
servizio agli ammalati e alla società, un servizio che esige abnegazione e
spirito di sacrificio. In ogni malato, chiunque esso sia, sappiate riconoscere
e servire Cristo stesso; fategli percepire, con i vostri gesti e le vostre parole, i
segni del suo amore misericordioso. Per compiere bene questa « missione »,
cercate, come ci ricorda san Paolo nella seconda Lettura, di « indossare le
armi della luce » (Rm 13, 12), che sono la Parola di Dio, i doni dello Spirito,
la grazia dei Sacramenti, le virtù teologali e cardinali; lottate contro il male
ed abbandonate il peccato che rende tenebrosa la nostra esistenza. All'inizio
di un nuovo anno liturgico, rinnoviamo i nostri buoni propositi di vita evan-
gelica. « È ormai tempo di svegliarvi dal sonno » (Rm 13, 11), esorta l'Apo-
stolo; è tempo cioè di convertirsi, di destarsi dal letargo del peccato, per
disporsi fiduciosi ad accogliere « il Signore che viene ». Per questo, l'Avvento
è tempo di preghiera e di vigile attesa.
Alla « vigilanza », che tra l'altro è la parola chiave di tutto questo periodo
liturgico, ci esorta la pagina evangelica proclamata poco fa: « Vegliate dun-
que, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà » (Mt 24, 42).
Gesù, che nel Natale è venuto tra noi e tornerà glorioso alla fine dei tempi,
non si stanca di visitarci continuamente, negli eventi di ogni giorno. Ci chiede
di essere attenti per percepire la sua presenza, il suo avvento e ci avverte di