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Acta Francisci Pp. 219
alle divisioni ma si spende per la riconciliazione. Quando noi, comunità di
cristiani battezzati, ci troviamo di fronte a disaccordi e ci poniamo davanti
al volto misericordioso di Cristo per superarli, facciamo proprio come ha
fatto san Paolo in una delle prime comunità cristiane.
Come si cimenta Paolo in questo compito, da dove comincia? Dall' u-
miltà, che non è solo una bella virtù, è una questione di identità: Paolo si
comprende come un servitore, che non annuncia se stesso, ma Cristo Gesù
Signore.2 E compie questo servizio, questo ministero secondo la misericordia
che gli è stata accordata;3 non in base alla sua bravura e contando sulle
sue forze, ma nella fiducia che Dio lo guarda e sostiene con misericordia
la sua debolezza. Diventare umili è decentrarsi, uscire dal centro, ricono-
scersi bisognosi di Dio, mendicanti di misericordia: è il punto di partenza
perché sia Dio a operare. Un Presidente del Consiglio Ecumenico delle
Chiese descrisse l'evangelizzazione cristiana come « un mendicante che dice
a un altro mendicante dove trovare il pane » (Dr. D.T. Niles). Credo che
san Paolo avrebbe approvato. Egli si sentiva "sfamato dalla misericordia"
e la sua priorità era condividere con gli altri il suo pane: la gioia di essere
amati dal Signore e di amarlo.
Questo è il nostro bene più prezioso, il nostro tesoro, e in questo contesto
Paolo introduce una delle sue immagini più note, che possiamo applicare
a tutti noi: « Abbiamo questo tesoro in vasi di creta ».4 Siamo solo vasi di
creta, ma custodiamo dentro di noi il più grande tesoro del mondo. I Corinzi
sapevano bene che era sciocco preservare qualcosa di prezioso in vasi di
creta, che erano a buon mercato, ma si crepavano facilmente. Tenere al
loro interno qualcosa di pregiato voleva dire rischiare di perderlo. Paolo,
peccatore graziato, umilmente riconosce di essere fragile come un vaso
di creta. Ma ha sperimentato e sa che proprio lì, dove la miseria umana
si apre all'azione misericordiosa di Dio, il Signore opera meraviglie. Così
opera la « straordinaria potenza » di Dio.5
Fiducioso in questa umile potenza, Paolo serve il Vangelo. Parlando di
alcuni suoi avversari a Corinto, li chiamerà « superapostoli »,6 forse, e con
2 v. 5. 3 v. 1. 4 v. 7. 5 v. 7. 6 2 Cor 12, 11.