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dei 25 anni della Giornata Mondiale del Malato e dei 20 anni dell'Ufficio
Nazionale per la pastorale della salute.
Ringraziamo il Signore per il cammino compiuto in questo tempo, per
quanto è stato fatto a beneficio di una cura integrale dei malati e per la
generosità di tanti uomini e donne che hanno accolto l'invito di Gesù a
visitarlo nella persona degli infermi.1 Sono stati anni segnati da forti cam-
biamenti sociali e culturali, e oggi possiamo constatare una situazione con
luci e ombre. Certamente, la ricerca scientifica è andata avanti e siamo
riconoscenti per i preziosi risultati ottenuti per curare, se non per sconfigge-
re, alcune patologie. Auguro che il medesimo impegno sia assicurato per le
malattie rare e neglette, verso le quali non sempre viene prestata la dovuta
attenzione, con il rischio di dare adito a ulteriori sofferenze. Lodiamo il
Signore anche per tanti operatori sanitari che con scienza e coscienza vivono
il loro lavoro come una missione, ministri della vita e partecipi dell'amore
effusivo di Dio creatore; le loro mani toccano ogni giorno la carne sofferente
di Cristo, e questo è un grande onore e una grave responsabilità. Così pure
ci rallegriamo per la presenza di numerosi volontari che, con generosità e
competenza, si adoperano per alleviare e umanizzare le lunghe e difficili
giornate di tanti malati e anziani soli, soprattutto poveri e indigenti. E
qui mi fermo per ringraziare della testimonianza del volontariato in Italia.
Per me è stata una sorpresa. Mai avrei pensato di trovare una cosa così!
Ci sono tanti volontari che lavorano in questo ambito, convinti. E questo è
opera dei parroci, dei grandi parroci italiani, che hanno saputo lottare in
questo campo. Per me è una sorpresa e ringrazio Dio per questo.
Insieme con le luci, però, vi sono alcune ombre che rischiano di aggravare
l'esperienza dei nostri fratelli e sorelle ammalati. Se c'è un settore in cui
la cultura dello scarto fa vedere con evidenza le sue dolorose conseguenze
è proprio quello sanitario. Quando la persona malata non viene messa al
centro e considerata nella sua dignità, si ingenerano atteggiamenti che
possono portare addirittura a speculare sulle disgrazie altrui. E questo è
molto grave! Occorre essere vigilanti, soprattutto quando i pazienti sono
anziani con una salute fortemente compromessa, se sono affetti da patologie
gravi e onerose per la loro cura o sono particolarmente difficili, come i
malati psichiatrici. Il modello aziendale in ambito sanitario, se adottato in
modo indiscriminato, invece di ottimizzare le risorse disponibili rischia di
1 Cfr Mt 25, 36.