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Integrare. L'integrazione, che non è né assimilazione né incorporazione, è un processo bidirezionale, che si fonda essenzialmente sul mutuo riconosci- mento della ricchezza culturale dell'altro: non è appiattimento di una cultura sull'altra, e nemmeno isolamento reciproco, con il rischio di nefaste quanto pericolose "ghettizzazioni". Per quanto concerne chi arriva ed è tenuto a non chiudersi alla cultura e alle tradizioni del Paese ospitante, rispettandone an- zitutto le leggi, non va assolutamente trascurata la dimensione familiare del processo di integrazione: per questo mi sento di dover ribadire la necessità, più volte evidenziata dal Magistero,7 di politiche atte a favorire e privilegiare i ricongiungimenti familiari. Per quanto riguarda le popolazioni autoctone, esse vanno aiutate, sensibilizzandole adeguatamente e disponendole positivamente ai processi integrativi, non sempre semplici e immediati, ma sempre essen- ziali e per l'avvenire imprescindibili. Per questo occorrono anche programmi specifici, che favoriscano l'incontro significativo con l'altro. Per la comunità cristiana, poi, l'integrazione pacifica di persone di varie culture è, in qualche modo, anche un riflesso della sua cattolicità, giacché l'unità che non annulla le diversità etniche e culturali costituisce una dimensione della vita della Chiesa, che nello Spirito della Pentecoste a tutti è aperta e tutti desidera abbracciare.8
Credo che coniugare questi quattro verbi, in prima persona singolare e in prima persona plurale, rappresenti oggi un dovere, un dovere nei con- fronti di fratelli e sorelle che, per ragioni diverse, sono forzati a lasciare il proprio luogo di origine: un dovere di giustizia, di civiltà e di solidarietà.
Anzitutto, un dovere di giustizia. Non sono più sostenibili le inaccettabili disuguaglianze economiche, che impediscono di mettere in pratica il princi- pio della destinazione universale dei beni della terra. Siamo tutti chiamati a intraprendere processi di condivisione rispettosa, responsabile e ispirata ai dettami della giustizia distributiva. « È necessario allora trovare i modi affinché tutti possano beneficiare dei frutti della terra, non soltanto per evitare che si allarghi il divario tra chi più ha e chi deve accontentarsi delle briciole, ma anche e soprattutto per un'esigenza di giustizia e di equità e di rispetto verso ogni essere umano ».9 Non può un gruppetto di individui controllare le risorse di mezzo mondo. Non possono persone e popoli interi aver diritto a raccogliere solo le briciole. E nessuno può sentirsi tranquillo e dispensato dagli imperativi morali che derivano dalla corresponsabilità nella
7 Cfr Giovanni paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale delle Migrazioni, 15 agosto 1986. 8 Cfr Giovanni paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale delle Migrazioni, 5 agosto 1987. 9 Messaggio per la 47ª Giornata Mondiale della Pace, 8 dicembre 2013, 9.