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Fare memoria delle grazie passate conferisce alla nostra fede la solidità
dell'incarnazione; la colloca all'interno di una storia, la storia della fede dei
nostri padri, che « morirono nella fede, senza aver ottenuto i beni promessi,
ma li videro e li salutarono solo da lontano » ( Eb 11, 13).1 Noi, « circondati
da tale moltitudine di testimoni », guardando dove essi guardano, teniamo
lo sguardo « fisso su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a com-
pimento » ( Eb 12, 2).
La speranza, da parte sua, è quella che apre la fede alle sorprese di
Dio. Il nostro Dio è sempre più grande di tutto ciò che possiamo pen-
sare e immaginare di Lui, di ciò che gli appartiene e del suo modo di
agire nella storia. L'apertura della speranza conferisce alla nostra fede
freschezza e orizzonte. Non è l'apertura di un'immaginazione velleitaria
che proietterebbe fantasie e propri desideri, ma l'apertura che provoca
in noi il vedere la spogliazione di Gesù, « il quale, di fronte alla gioia che
gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore,
e siede alla destra del trono di Dio » ( Eb 12, 2). La speranza che attrae,
paradossalmente, non la genera l'immagine del Signore trasfigurato, ma
la sua immagine ignominiosa. « Attirerò tutti a me » ( Gv 12, 32). È il do-
narsi totale del Signore sulla croce quello che ci attrae, perché rivela la
possibilità di essere più autentica. È la spogliazione di colui che non si
impadronisce della promesse di Dio, ma, come vero testatore, passa la
fiaccola dell'eredità ai suoi figli: « Dove c'è un testamento, è necessario
che la morte del testatore sia dichiarata » ( Eb 9, 16).
Il discernimento, infine, è ciò che concretizza la fede, ciò che la rende
« operosa per mezzo della carità » ( Gal 5, 6), ciò che ci permette di dare una
testimonianza credibile: « Con le mie opere ti mostrerò la mia fede » ( Gc 2,
18). Il discernimento guarda in primo luogo ciò che piace al nostro Padre,
« che vede nel segreto » ( Mt 6, 4.6), non guarda i modelli di perfezione dei
paradigmi culturali. Il discernimento è "del momento" perché è attento,
come la Madonna a Cana, al bene del prossimo che può fare in modo che
il Signore anticipi "la sua ora", o che "salti" un sabato per rimettere in
piedi colui che stava paralizzato. Il discernimento del momento opportuno
( kairos) è fondamentalmente ricco di memoria e di speranza: ricordando con
amore, punta lo sguardo con lucidità a ciò che meglio guida alla Promessa.
1 Cfr Discorso ai Rappresentanti Pontifici, 21 giugno 2013.