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come "perno" a terra e compie movimenti per proteggere la palla, o per
trovare uno spazio per passarla, o per prendere la rincorsa e andare a
canestro. Per noi quel piede inchiodato al suolo, intorno al quale facciamo
perno, è la croce di Cristo. Una frase scritta sul muro della cappella della
Casa di Esercizi di San Miguel (Buenos Aires) diceva: "Fissa sta la Croce,
mentre il mondo gira" [" Stat crux dum volvitur orbis", motto di san Bruno
e dei Certosini]. Poi uno si muove, proteggendo la palla, con la speranza
di fare canestro e cercando di capire a chi passarla.
La fede - il progresso e la crescita nella fede - si fonda sempre sulla
Croce: « È piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predica-
zione » di « Cristo crocifisso: scandalo per i giudei e stoltezza per i pagani »
( 1 Cor 1, 21.23). Tenendo dunque, come dice la Lettera agli Ebrei, « fisso lo
sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento »,
noi ci muoviamo e ci esercitiamo nella memoria - ricordando la « moltitudi-
ne di testimoni » - e corriamo con speranza « nella corsa che ci sta davanti »,
discernendo le tentazioni contro la fede, « senza stancarci né perderci d'animo »
(cfr Eb 12, 1-3).
Memoria deuteronomica
In Evangelii gaudium ho voluto porre in rilievo quella dimensione della
fede che chiamo deuteronomica, in analogia con la memoria di Israele: « La
gioia evangelizzatrice brilla sempre sullo sfondo della memoria grata: è una
grazia che abbiamo bisogno di chiedere. Gli Apostoli mai dimenticarono il
momento in cui Gesù toccò loro il cuore: "Erano circa le quattro del po-
meriggio" ( Gv 1, 39) » (n. 13).
Nella « "moltitudine di testimoni" […] si distinguono alcune persone che
hanno inciso in modo speciale per far germogliare la nostra gioia creden-
te: "Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunciato la Parola di
Dio" ( Eb 13, 7). A volte si tratta di persone semplici e vicine che ci hanno
iniziato alla vita della fede: "Mi ricordo della tua schietta fede, che ebbero
anche tua nonna Loide e tua madre Eunice" ( 2 Tm 1, 5). Il credente è
fondamentalmente "uno che fa memoria" » ( ibid.).
La fede si alimenta e si nutre della memoria. La memoria dell'Alleanza
che il Signore ha fatto con noi: Egli è il Dio dei nostri padri e nonni. Non
è Dio dell'ultimo momento, un Dio senza storia di famiglia, un Dio che
per rispondere ad ogni nuovo paradigma dovrebbe scartare come vecchi