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Acta Francisci Pp. 271
si confessa nella pratica, uscendo da se stessi, trascendendosi nell'ado-
razione e nel servizio.
Discernimento del momento
Vediamo così come la fede, dinamizzata dalla speranza di scoprire Cristo
nello spessore del presente, è legata al discernimento.
È proprio del discernimento fare prima un passo indietro, come chi
retrocede un po' per vedere meglio il panorama. C'è sempre una tentazione
nel primo impulso, che porta a voler risolvere qualcosa immediatamente.
In questo senso credo che ci sia un primo discernimento, grande e fondan-
te, cioè quello che non si lascia ingannare dalla forza del male, ma che sa
vedere la vittoria della Croce di Cristo in ogni situazione umana. A questo
punto mi piacerebbe rileggere con voi un intero brano di Evangelii gaudium,
perché aiuta a discernere quella insidiosa tentazione che chiamo pessimismo
sterile: « Una delle tentazioni più serie che soffocano il fervore e l'audacia è
il senso di sconfitta, che ci trasforma in pessimisti scontenti e disincantati
dalla faccia scura. Nessuno può intraprendere una battaglia se in anticipo
non confida pienamente nel trionfo. Chi comincia senza fiducia ha perso
in anticipo metà della battaglia e sotterra i propri talenti. Anche se con la
dolorosa consapevolezza delle proprie fragilità, bisogna andare avanti senza
darsi per vinti, e ricordare quello che disse il Signore a san Paolo: « Ti ba-
sta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza »
( 2 Cor 12, 9). Il trionfo cristiano è sempre una croce, ma una croce che al
tempo stesso è vessillo di vittoria, che si porta con una tenerezza combattiva
contro gli assalti del male. Il cattivo spirito della sconfitta è fratello della
tentazione di separare prima del tempo il grano dalla zizzania, prodotto di
una sfiducia ansiosa ed egocentrica. […] In ogni caso, in quelle circostanze
siamo chiamati ad essere persone-anfore per dare da bere agli altri. A volte
l'anfora si trasforma in una pesante croce, ma è proprio sulla Croce dove,
trafitto, il Signore si è consegnato a noi come fonte di acqua viva. Non
lasciamoci rubare la speranza! » (85-86).
Queste formulazioni « non lasciamoci rubare… », mi vengono dalle regole
di discernimento di sant'Ignazio, che è solito rappresentare il demonio come
un ladro. Si comporta come un capitano - dice Ignazio - che per vincere
e rubare ciò che desidera ci combatte nella nostra parte più debole (cfr
Esercizi Spirituali, 327). E nel nostro caso, nell'attualità, credo che cerchi di