96 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
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152 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
154 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
156 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
158 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
160 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
162 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
164 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
166 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
168 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
170 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
172 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
174 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
176 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
178 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
180 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
182 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
184 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
186 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 187
188 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 189
190 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 191
192 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
194 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
108 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
HOMILIAE
I
In Sollemnitate Epiphaniae Domini.****
Le parole del profeta Isaia - rivolte alla città santa Gerusalemme - ci
chiamano ad alzarci, ad uscire, uscire dalle nostre chiusure, uscire da noi
stessi, e a riconoscere lo splendore della luce che illumina la nostra esisten-
za: « Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore
brilla sopra di te ».1 La « tua luce » è la gloria del Signore. La Chiesa non
può illudersi di brillare di luce propria, non può. Lo ricorda con una bella
espressione sant'Ambrogio, utilizzando la luna come metafora della Chiesa:
« Veramente come la luna è la Chiesa: […] rifulge non della propria luce,
ma di quella di Cristo. Trae il proprio splendore dal Sole di giustizia, così
che può dire: "Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me" ».2 Cristo è
la vera luce che rischiara; e nella misura in cui la Chiesa rimane ancorata
a Lui, nella misura in cui si lascia illuminare da Lui, riesce a illuminare
la vita delle persone e dei popoli. Per questo i santi Padri riconoscevano
nella Chiesa il « mysterium lunae ».
Abbiamo bisogno di questa luce che viene dall'alto per corrispondere
in maniera coerente alla vocazione che abbiamo ricevuto. Annunciare il
Vangelo di Cristo non è una scelta tra le tante che possiamo fare, e non
è neppure una professione. Per la Chiesa, essere missionaria non significa
fare proselitismo; per la Chiesa, essere missionaria equivale ad esprimere la
sua stessa natura: essere illuminata da Dio e riflettere la sua luce. Questo
è il suo servizio. Non c'è un'altra strada. La missione è la sua vocazione:
far risplendere la luce di Cristo è il suo servizio. Quante persone attendono
da noi questo impegno missionario, perché hanno bisogno di Cristo, hanno
bisogno di conoscere il volto del Padre.
I Magi, di cui ci parla il Vangelo di Matteo, sono testimonianza vivente
del fatto che i semi di verità sono presenti ovunque, perché sono dono del
* Die 6 Ianuarii 2016. 1 60, 1. 2 Exameron, IV, 8, 32.