professionem. Expleto praescripto curriculo, ordinationem suscepit sacerdo-
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cezione della vita di ampi settori della società. Il passato appare, cosı̀, solo
infatti che la Chiesa possa trarre ispirazione nelle sue scelte attingendo al suo
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diverse forme di egoismo.7 Senza la dimensione della preghiera, l'io umano
finisce per chiudersi in se stesso, e la coscienza, che dovrebbe essere eco della
voce di Dio, rischia di ridursi a specchio dell'io, cosı̀ che il colloquio interiore
diventa un monologo dando adito a mille autogiustificazioni. La preghiera,
perciò, è garanzia di apertura agli altri: chi si fa libero per Dio e le sue
esigenze, si apre contemporaneamente all'altro, al fratello che bussa alla
porta del suo cuore e chiede ascolto, attenzione, perdono, talvolta correzione
ma sempre nella carità fraterna. La vera preghiera non è mai egocentrica, ma
sempre centrata sull'altro. Come tale essa esercita l'orante all'« estasi » della
carità, alla capacità di uscire da sé per farsi prossimo all'altro nel servizio
umile e disinteressato. La vera preghiera è il motore del mondo, perché lo
tiene aperto a Dio. Per questo senza preghiera non c'è speranza, ma solo
illusione. Non è infatti la presenza di Dio ad alienare l'uomo, ma la sua
assenza: senza il vero Dio, Padre del Signore Gesù Cristo, le speranze diven-
tano illusioni che inducono ad evadere dalla realtà. Parlare con Dio, rimanere
alla sua presenza, lasciarsi illuminare e purificare dalla sua Parola, ci intro-
duce invece nel cuore della realtà, nell'intimo Motore del divenire cosmico, ci
introduce per cosı̀ dire nel cuore pulsante dell'universo.
In armonica connessione con la preghiera, anche il digiuno e l'elemosina
possono essere considerati luoghi di apprendimento ed esercizio della speran-
za cristiana. I Padri e gli scrittori antichi amano sottolineare che queste tre
dimensioni della vita evangelica sono inseparabili, si fecondano reciproca-
mente e portano tanto maggior frutto quanto più si corroborano a vicenda.
Grazie all'azione congiunta della preghiera, del digiuno e dell'elemosina, la
Quaresima nel suo insieme forma i cristiani ad essere uomini e donne di
speranza, sull'esempio dei santi.
Vorrei ora soffermarmi brevemente anche sulla sofferenza poiché, come ho
scritto nell'Enciclica Spe salvi « la misura dell'umanità si determina essenzial-
mente nel rapporto con la sofferenza e col sofferente. Questo vale per il
singolo come per la società ».8 La Pasqua, verso cui la Quaresima è protesa,
è il mistero che dà senso alla sofferenza umana, a partire dalla sovrabbon-
danza della com-passione di Dio, realizzata in Gesù Cristo. Il cammino qua-
resimale, pertanto, essendo tutto irradiato dalla luce pasquale, ci fa rivivere
quanto avvenne nel cuore divino-umano di Cristo mentre saliva a Gerusa-
7 Cfr Spe salvi, 33. 8 N. 38.