ACTA BENEDICTI PP. XVI

 professionem. Expleto praescripto curriculo, ordinationem suscepit sacerdo-

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 cezione della vita di ampi settori della società. Il passato appare, cosı̀, solo

 infatti che la Chiesa possa trarre ispirazione nelle sue scelte attingendo al suo

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 Congregatio pro Episcopis 201

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale202

 Congregatio pro Episcopis 203

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale204

 Diarium Romanae Curiae 205

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale206

 Diarium Romanae Curiae 207

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della santità del sacramento della Riconciliazione. Rivolgo, pertanto, un

cordiale ringraziamento a chi lo organizza e, in particolare, al Penitenziere

Maggiore, il Cardinale James Francis Stafford, che saluto ringraziandolo per

le cortesi parole da lui rivoltemi. Insieme a lui saluto e ringrazio il Reggente e

il personale della Penitenzieria, come pure i benemeriti Religiosi di diversi

Ordini che amministrano il sacramento della Penitenza nelle Basiliche Papali

dell'Urbe. Saluto inoltre tutti i partecipanti al corso.

La Quaresima è un tempo quanto mai propizio per meditare sulla realtà

del peccato alla luce dell'infinita misericordia di Dio, che il sacramento della

Penitenza manifesta nella sua forma più alta. Colgo, pertanto, volentieri

l'occasione per proporre alla vostra attenzione alcune riflessioni sull'ammini-

strazione di questo Sacramento nella nostra epoca, che purtroppo va sempre

più smarrendo il senso del peccato. Occorre oggi far sperimentare a chi si

confessa quella tenerezza divina verso i peccatori pentiti che tanti episodi

evangelici mostrano con accenti di intensa commozione. Prendiamo ad esem-

pio la pagina famosa del Vangelo di Luca che presenta la peccatrice perdo-

nata.1 Simone, fariseo e ricco « notabile » della città, tiene in casa sua un

banchetto in onore di Gesù. Inaspettatamente dal fondo della sala entra

un'ospite non invitata né prevista: una nota prostituta. Comprensibile il

disagio dei presenti, di cui tuttavia la donna non pare preoccuparsi. Essa

avanza e, in modo piuttosto furtivo, si ferma ai piedi di Gesù. Le sono giunte

all'orecchio le sue parole di perdono e di speranza per tutti, anche per le

prostitute; è commossa e se ne sta lı̀ silenziosa. Bagna con le lacrime i piedi

di Gesù, li asciuga con i capelli, li bacia e li unge di un soave profumo. Cosı̀

facendo la peccatrice vuole esprimere l'affetto e la riconoscenza che nutre

verso il Signore con gesti a lei familiari, anche se socialmente censurati.

Di fronte all'imbarazzo generale, è proprio Gesù ad affrontare la situazio-

ne: « Simone, ho una cosa da dirti ». « Parla pure, Maestro », gli risponde il

padrone di casa. Conosciamo tutti la risposta di Gesù con una parabola che

potremmo riassumere nelle seguenti parole che il Signore sostanzialmente

dice a Simone: « Vedi? Questa donna sa di essere peccatrice e, mossa dal-

l'amore, chiede comprensione e perdono. Tu, invece, presumi di essere giusto

e sei forse convinto di non aver nulla di grave da farti perdonare ».

1 Cfr Lc 7, 36-50.