ACTA BENEDICTI PP. XVI

 professionem. Expleto praescripto curriculo, ordinationem suscepit sacerdo-

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 cezione della vita di ampi settori della società. Il passato appare, cosı̀, solo

 infatti che la Chiesa possa trarre ispirazione nelle sue scelte attingendo al suo

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 Congregatio pro Episcopis 201

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale202

 Congregatio pro Episcopis 203

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale204

 Diarium Romanae Curiae 205

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale206

 Diarium Romanae Curiae 207

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tutto grazie per questa sua testimonianza, perché lei si dice gioioso di poter

lavorare a Roma anche se indiano. Per me questo è un fenomeno meraviglioso

della cattolicità. Adesso non solo i missionari vanno dall'occidente negli altri

continenti, ma c'è uno scambio di doni: indiani, africani, sudamericani lavo-

rano da noi e i nostri vanno negli altri continenti. È un dare e ricevere da

tutte le parti; è proprio questa la vitalità della cattolicità, dove tutti siamo

debitori dei doni del Signore, e poi possiamo donare uno all'altro. È in questa

reciprocità dei doni, del dare e del ricevere, che vive la Chiesa cattolica. Voi

potete imparare da questi ambienti esperienze occidentali e noi da voi. Vedo

che proprio questo spirito di religiosità che esiste in Asia, come in Africa,

sorprende gli europei che sono spesso un po' freddi nella fede. E cosı̀ questa

vivacità, almeno dello spirito religioso che esiste in questi continenti, è un

grande dono per tutti noi, soprattutto per noi vescovi del mondo occidentale

e in particolare di quei paesi in cui più marcato è il fenomeno dell'immigra-

zione, dalle Filippine, dall'India, eccetera. Il nostro cattolicesimo freddo è

ravvivato da questo fervore che viene da voi. Quindi la cattolicità è un

grande dono.

Veniamo alle domande che lei mi ha posto. Non ho davanti in questo

momento le parole esatte del documento della Congregazione per la Dottrina

della Fede da lei richiamato; ma in ogni caso volevo dire due cose. Da una

parte è assolutamente necessario il dialogo, conoscersi reciprocamente, rispet-

tarsi e cercare di collaborare in tutti i modi possibili per i grandi scopi del-

l'umanità, o per i suoi grandi bisogni, per superare i fanatismi e creare uno

spirito di pace e di amore. E questo è anche nello spirito del Vangelo, il cui

senso è proprio che lo spirito di amore, che abbiamo imparato da Gesù, la

pace che Gesù ci ha donato nella croce, diventi presente nel mondo. In

questo senso il dialogo deve essere vero dialogo, nel rispetto dell'altro e

nell'accettazione della sua alterità; ma deve essere anche evangelico, nel senso

che il suo scopo fondamentale è aiutare gli uomini a vivere nell'amore e a far

sı̀ che questo amore si possa espandere in tutte le parti del mondo.

Ma questa dimensione del dialogo, cosı̀ necessaria, cioè quella del rispetto

dell'altro, della tolleranza, della cooperazione, non esclude l'altra, cioè che il

Vangelo è un grande dono, il dono del grande amore, della grande verità, che

non possiamo avere solo per noi stessi ma che dobbiamo offrire agli altri,

considerando che Dio dà loro la libertà e la luce necessaria per trovare la

verità. È questa la verità. E quindi questa è anche la mia strada. La missione

non è imposizione, ma è un offrire il dono di Dio, lasciando alla sua bontà di