ACTA BENEDICTI PP. XVI

 professionem. Expleto praescripto curriculo, ordinationem suscepit sacerdo-

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 cezione della vita di ampi settori della società. Il passato appare, cosı̀, solo

 infatti che la Chiesa possa trarre ispirazione nelle sue scelte attingendo al suo

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 Congregatio pro Episcopis 201

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale202

 Congregatio pro Episcopis 203

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale204

 Diarium Romanae Curiae 205

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale206

 Diarium Romanae Curiae 207

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale208

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Chiesa. Non dobbiamo dimenticare che le opere di carità costituiscono un

terreno privilegiato di incontro anche con persone che ancora non conoscono

Cristo o lo conoscono solo parzialmente. Giustamente, dunque, i Pastori e i

responsabili della pastorale della carità dedicano un'attenzione costante a chi

lavora nell'ambito della diakonia, preoccupandosi di formarli dal punto di

vista sia umano e professionale, che teologico-spirituale e pastorale.

In questo nostro tempo si dà una grande rilevanza alla formazione conti-

nua tanto nella società quanto nella Chiesa, come dimostra la fioritura di

apposite istituzioni e centri creati allo scopo di fornire utili strumenti per

acquisire competenze tecniche specifiche. Indispensabile per chi opera negli

organismi caritativi ecclesiali è però quella « formazione del cuore », di cui ho

parlato nella citata Enciclica Deus caritas est: 1 formazione intima e spirituale

che, dall'incontro personale con Cristo, fa scaturire quella sensibilità d'animo

che sola permette di conoscere fino in fondo e soddisfare le attese e i bisogni

dell'uomo. È proprio questo che rende possibile l'acquisizione degli stessi

sentimenti di amore misericordioso che Dio nutre per ogni essere umano.

Nei momenti di sofferenza e di dolore è questo l'approccio necessario. Chi

opera nelle molteplici forme dell'attività caritativa della Chiesa non può,

pertanto, contentarsi solo della prestazione tecnica o di risolvere problemi e

difficoltà materiali. L'aiuto che offre non deve mai ridursi a gesto filantropi-

co, ma deve essere tangibile espressione dell'amore evangelico. Chi poi presta

la sua opera a favore dell'uomo in organismi parrocchiali, diocesani e inter-

nazionali la compie a nome della Chiesa ed è chiamato a lasciar trasparire

nella sua attività un'autentica esperienza di Chiesa.

Una valida ed efficace formazione in questo settore vitale non può allora

non mirare a qualificare sempre meglio gli operatori delle diverse attività

caritative, perché siano anche e soprattutto testimoni di amore evangelico.

Tali essi sono se la loro missione non si esaurisce nell'essere operatori di

servizi sociali, ma nell'annuncio del Vangelo della carità. Seguendo le orme

di Cristo, essi sono chiamati ad essere testimoni del valore della vita, in tutte le

sue espressioni, difendendo specialmente la vita dei deboli e dei malati, se-

guendo l'esempio della Beata Madre Teresa di Calcutta, che amava e si pren-

deva cura dei moribondi, perché la vita non si misura a partire dalla sua

efficienza, ma ha valore sempre e per tutti. In secondo luogo, questi operatori

ecclesiali sono chiamati ad essere testimoni dell'amore, del fatto cioè che siamo

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