professionem. Expleto praescripto curriculo, ordinationem suscepit sacerdo-
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cezione della vita di ampi settori della società. Il passato appare, cosı̀, solo
infatti che la Chiesa possa trarre ispirazione nelle sue scelte attingendo al suo
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tutto grazie per questa sua testimonianza, perché lei si dice gioioso di poter
lavorare a Roma anche se indiano. Per me questo è un fenomeno meraviglioso
della cattolicità. Adesso non solo i missionari vanno dall'occidente negli altri
continenti, ma c'è uno scambio di doni: indiani, africani, sudamericani lavo-
rano da noi e i nostri vanno negli altri continenti. È un dare e ricevere da
tutte le parti; è proprio questa la vitalità della cattolicità, dove tutti siamo
debitori dei doni del Signore, e poi possiamo donare uno all'altro. È in questa
reciprocità dei doni, del dare e del ricevere, che vive la Chiesa cattolica. Voi
potete imparare da questi ambienti esperienze occidentali e noi da voi. Vedo
che proprio questo spirito di religiosità che esiste in Asia, come in Africa,
sorprende gli europei che sono spesso un po' freddi nella fede. E cosı̀ questa
vivacità, almeno dello spirito religioso che esiste in questi continenti, è un
grande dono per tutti noi, soprattutto per noi vescovi del mondo occidentale
e in particolare di quei paesi in cui più marcato è il fenomeno dell'immigra-
zione, dalle Filippine, dall'India, eccetera. Il nostro cattolicesimo freddo è
ravvivato da questo fervore che viene da voi. Quindi la cattolicità è un
grande dono.
Veniamo alle domande che lei mi ha posto. Non ho davanti in questo
momento le parole esatte del documento della Congregazione per la Dottrina
della Fede da lei richiamato; ma in ogni caso volevo dire due cose. Da una
parte è assolutamente necessario il dialogo, conoscersi reciprocamente, rispet-
tarsi e cercare di collaborare in tutti i modi possibili per i grandi scopi del-
l'umanità, o per i suoi grandi bisogni, per superare i fanatismi e creare uno
spirito di pace e di amore. E questo è anche nello spirito del Vangelo, il cui
senso è proprio che lo spirito di amore, che abbiamo imparato da Gesù, la
pace che Gesù ci ha donato nella croce, diventi presente nel mondo. In
questo senso il dialogo deve essere vero dialogo, nel rispetto dell'altro e
nell'accettazione della sua alterità; ma deve essere anche evangelico, nel senso
che il suo scopo fondamentale è aiutare gli uomini a vivere nell'amore e a far
sı̀ che questo amore si possa espandere in tutte le parti del mondo.
Ma questa dimensione del dialogo, cosı̀ necessaria, cioè quella del rispetto
dell'altro, della tolleranza, della cooperazione, non esclude l'altra, cioè che il
Vangelo è un grande dono, il dono del grande amore, della grande verità, che
non possiamo avere solo per noi stessi ma che dobbiamo offrire agli altri,
considerando che Dio dà loro la libertà e la luce necessaria per trovare la
verità. È questa la verità. E quindi questa è anche la mia strada. La missione
non è imposizione, ma è un offrire il dono di Dio, lasciando alla sua bontà di