96 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
98 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
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158 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
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164 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
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168 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
170 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
172 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
174 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
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188 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 189
190 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
Congregatio de Causis Sanctorum 191
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194 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale
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Ogni persona va guardata con benevolenza, come fa Dio, che porge la sua
mano misericordiosa a tutti, indipendentemente dalla loro fede e dalla loro
provenienza, e che si prende cura di quanti hanno più bisogno di Lui: i
poveri, i malati, gli emarginati, gli indifesi. Là dove la vita è in pericolo,
siamo chiamati ancora di più a proteggerla. Né la violenza né la morte
avranno mai l'ultima parola davanti a Dio, che è il Dio dell'amore e della
vita. Noi dobbiamo pregarlo con insistenza affinché ci aiuti a praticare in
Europa, in Terra Santa, in Medio Oriente, in Africa e in ogni altra parte
del mondo la logica della pace, della riconciliazione, del perdono, della vita.
Il popolo ebraico, nella sua storia, ha dovuto sperimentare la violenza e
la persecuzione, fino allo sterminio degli ebrei europei durante la Shoah. Sei
milioni di persone, solo perché appartenenti al popolo ebraico, sono state
vittime della più disumana barbarie, perpetrata in nome di un'ideologia che
voleva sostituire l'uomo a Dio. Il 16 ottobre 1943, oltre mille uomini, donne
e bambini della comunità ebraica di Roma furono deportati ad Auschwitz.
Oggi desidero ricordarli col cuore, in modo particolare: le loro sofferenze,
le loro angosce, le loro lacrime non devono mai essere dimenticate. E il
passato ci deve servire da lezione per il presente e per il futuro. La Shoah
ci insegna che occorre sempre massima vigilanza, per poter intervenire tem-
pestivamente in difesa della dignità umana e della pace. Vorrei esprimere
la mia vicinanza ad ogni testimone della Shoah ancora vivente; e rivolgo
il mio saluto particolare a voi, che siete qui presenti.
Cari fratelli maggiori, dobbiamo davvero essere grati per tutto ciò che
è stato possibile realizzare negli ultimi cinquant'anni, perché tra noi sono
cresciute e si sono approfondite la comprensione reciproca, la mutua fiducia
e l'amicizia. Preghiamo insieme il Signore, affinché conduca il nostro cam-
mino verso un futuro buono, migliore. Dio ha per noi progetti di salvezza,
come dice il profeta Geremia: « Io conosco i progetti che ho fatto a vostro
riguardo - oracolo del Signore -, progetti di pace e non di sventura, per
concedervi un futuro pieno di speranza ».3 Che il Signore ci benedica e ci
protegga. Faccia splendere il suo volto su di noi e ci doni la sua grazia.
Rivolga su di noi il suo volto e ci conceda la pace.4 Shalom alechem!
3 Ger 29, 11. 4 Cfr Nm 6, 24-26.