professionem. Expleto praescripto curriculo, ordinationem suscepit sacerdo-
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cezione della vita di ampi settori della società. Il passato appare, cosı̀, solo
infatti che la Chiesa possa trarre ispirazione nelle sue scelte attingendo al suo
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della santità del sacramento della Riconciliazione. Rivolgo, pertanto, un
cordiale ringraziamento a chi lo organizza e, in particolare, al Penitenziere
Maggiore, il Cardinale James Francis Stafford, che saluto ringraziandolo per
le cortesi parole da lui rivoltemi. Insieme a lui saluto e ringrazio il Reggente e
il personale della Penitenzieria, come pure i benemeriti Religiosi di diversi
Ordini che amministrano il sacramento della Penitenza nelle Basiliche Papali
dell'Urbe. Saluto inoltre tutti i partecipanti al corso.
La Quaresima è un tempo quanto mai propizio per meditare sulla realtà
del peccato alla luce dell'infinita misericordia di Dio, che il sacramento della
Penitenza manifesta nella sua forma più alta. Colgo, pertanto, volentieri
l'occasione per proporre alla vostra attenzione alcune riflessioni sull'ammini-
strazione di questo Sacramento nella nostra epoca, che purtroppo va sempre
più smarrendo il senso del peccato. Occorre oggi far sperimentare a chi si
confessa quella tenerezza divina verso i peccatori pentiti che tanti episodi
evangelici mostrano con accenti di intensa commozione. Prendiamo ad esem-
pio la pagina famosa del Vangelo di Luca che presenta la peccatrice perdo-
nata.1 Simone, fariseo e ricco « notabile » della città, tiene in casa sua un
banchetto in onore di Gesù. Inaspettatamente dal fondo della sala entra
un'ospite non invitata né prevista: una nota prostituta. Comprensibile il
disagio dei presenti, di cui tuttavia la donna non pare preoccuparsi. Essa
avanza e, in modo piuttosto furtivo, si ferma ai piedi di Gesù. Le sono giunte
all'orecchio le sue parole di perdono e di speranza per tutti, anche per le
prostitute; è commossa e se ne sta lı̀ silenziosa. Bagna con le lacrime i piedi
di Gesù, li asciuga con i capelli, li bacia e li unge di un soave profumo. Cosı̀
facendo la peccatrice vuole esprimere l'affetto e la riconoscenza che nutre
verso il Signore con gesti a lei familiari, anche se socialmente censurati.
Di fronte all'imbarazzo generale, è proprio Gesù ad affrontare la situazio-
ne: « Simone, ho una cosa da dirti ». « Parla pure, Maestro », gli risponde il
padrone di casa. Conosciamo tutti la risposta di Gesù con una parabola che
potremmo riassumere nelle seguenti parole che il Signore sostanzialmente
dice a Simone: « Vedi? Questa donna sa di essere peccatrice e, mossa dal-
l'amore, chiede comprensione e perdono. Tu, invece, presumi di essere giusto
e sei forse convinto di non aver nulla di grave da farti perdonare ».
1 Cfr Lc 7, 36-50.